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Difesa e tutela dell’equilibrio idrogeologico del territorio

di Renato Bordino

A sessanta anni di distanza dalla grande alluvione del Polesine, quando nelle nostre scuole fu inventata la festa degli alberi, la tragica vicenda si è ripetuta a Genova ed in Lunigiana nei giorni scorsi.

Si tratta di una fatalità o di eventi in larga misura prevedibili? Allo stato attuale delle conoscenze tecniche e scientifiche, non si può più parlare di fatalità.

Gli addetti ai lavori ci ricordano che ormai, dagli anni 90, in Italia, a causa dei cambiamenti climatici, si verificano in media quattro o cinque eventi estremi ogni anno.

Purtroppo, malgrado le oltre 2500 vittime degli ultimi 60 anni, non solo non si è fatta una politica di difesa e tutela del territorio, ma spesso a causa di una urbanizzazione selvaggia e scriteriata a valle dei bacini idrici, si sono aumentati i rischi ed i pericoli, come si è visto a Genova.

Eppure qualcosa era stato predisposto, come la previsione dei piani di assetto idrogeologico (PAI) per ridurre la pericolosità della rete fluviale italiana. Sono però mancate le risorse necessarie che, per volontà politica, sono diminuite invece che aumentare: ad esempio dal 2008 ad oggi gli stanziamenti statali sono diminuiti, da 550 a 84 milioni!

Eppure gli esperti di sicurezza idraulica calcolano che sarebbe sufficiente una somma di 44 miliardi, un impegno non impossibile per un piano pluriennale, anche in tempi di vacche magre come oggi.

Anche in Umbria la situazione è seria, se la nostra regione è una delle quattro in cui tutti i comuni sono considerati ad alta criticità idrogeologica.

Credo, senza ombra di dubbio, che la situazione sia peggiorata a causa dell’abbandono delle terre marginali e montane da parte delle diminuite popolazioni agricole.

La nuova Agenzia Forestale, che in Umbria dovrebbe prendere il posto delle Comunità Montane, sarà uno strumento adatto e sufficiente? Il testo di legge in discussione in Consiglio Regionale (del G.R. N. 808 del 28/07/2011) mi sembra piuttosto generico e lacunoso al riguardo.

Ma in Consiglio Regionale è in discussione anche un atto di modifica della L.R. n. 30/2004(del G.R. N. 1133 del04/10/2011) che prevede di unificare in un unico soggetto, gli attuali tre Consorzi di bonifica esistenti in Umbria.

Non potrebbe essere anche l’occasione per un riordino della materia e il rafforzamento della difesa idrogeologica, chiamando a collaborare le categorie agricole interessate, attraverso un Consorzio unico, che estenda la sua competenza, su tutto il territorio non montano della Regione?

Un museo Archeologico ad Allerona? L’amministrazione comunale ci crede

di Valentino Rocchigiani

Ho letto con attenzione le considerazioni di Claudio URBANI sulla possibilità di realizzare un museo archeologico ad Allerona e, da subito, dico che sia personalmente, che come Amministrazione Comunale ritengo l’idea buona e percorribile.

I ritrovamenti relativi alle viabilità storiche, quelle già presenti sul territorio e le potenzialità finora inespresse dal territorio stesso permettono di essere ottimisti.

La prima considerazione è che, aggiungendo una sezione specifica all’esistente museo dei cicli geologici, avremmo sia lo spazio fisico che l’integrazione delle due sezioni con evidente vantaggio circa l’offerta culturale e l’ampliamento della platea dei possibili fruitori.

La seconda considerazione è, che la realizzazione del museo favorirebbe la prosecuzione degli studi dei siti di interesse archeologico già individuati e non valorizzati, soprattutto per mancanza di risorse.

Il lavoro dell’Amministrazione Comunale va in questo senso, ormai da diverso tempo, non a caso nel Piano Regolatore sono state individuate Area Archeologiche.

Primo impegno concreto e fondamentale sarà quello, nell’anno 2012/2013 di garantire il finanziamento di un assegno di ricerca all’Università di Perugia, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica, per il restauro (da eseguirsi ad Allerona) del cetaceo paleontologico (“la balena di Allerona”) ritrovato a Montemoro.

L’adesione del Comune di Allerona al Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano (PAAO) tende alla valorizzazione del patrimonio largamente presente sul territorio comunale.

Anche le richieste operate rispetto ai fondi del POR FESR 2007/2013 tendono al potenziamento del polo museale, le realizzazioni previste nell’ambito dell’Asse II Attività B1 interessano il ripristino della viabilità storica che collega Allerona con Torre Alfina nel solco dell’opera realizzata dai Cahen.

Sono stati avviati rapporti con il Dottor Claudio BIZZARRI e con Università Americane per verificare l’esecuzione di campagne di scavi tese a verificare alcuni ritrovamenti presenti nel territorio.

Queste brevi considerazioni ci permettono di affermare che l’Amministrazione Comunale ci crede e ci lavora, la collaborazione di tutti per il raggiungimento dell’obiettivo finale è fondamentale.

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