Archivi per la categoria ‘heimat 2001/2’

Pensierini della sera

di Giorgio Albani

Primo pensiero. Con un pizzico di immaginazione si può cambiare l’esistente. Ma molti uomini comiderano l’immaginazione qualcosa di inutile. Peccato.
Nei primi anni ottanta è stam introdotto in Italia uno sport che, ad oggi, vanta la sua presenza anche nelle gare olimpiche: la Mountain Byke. Si prestano, a questa disciplina aree di media collina, con percorsi misti, anche parzialmente accidentati, ricavati in un ambiente naturale, possibilmente panoramico. L’area verde che circonda il Comune di Allerona è caratterizzata da numerose zone che potenzialmente potrebbero ospitare una pista-percorso per mountain bike. Non mi riferisco, in questo caso, ad un sentiero escursionistico, pmendo certamente anche quest’ idea essere studiata in dettaglio e facilmente promossa con la realizzazione di appositi depliants che illustrino la sentieristica già esistente e che vengano, come proposta-invito, inviati “a tappeto” ai clubs ciclistici di ogni città e paese d’Italia. Intendo riferirmi, in questo specifico caso, alla realizzazione di un vero “circuito” per lo sport della mountain byke. Quest’impianto, una volta realizzato, potrebbe essere sottoposto ad una regolare omologazione condotta dalla federazione ciclistica per essere poi accreditato nel contesto di gare d’importanza nazionale. Opportuni contatti e presentazioni ed un minimo di organizzazione locale consentirebbero di aspirare ad effettuare 3 – 4 gare ufficiali all’anno. Nei periodi extragara, il percorso potrebbe essere proposto per programmi mirati di allenamento ai diversi clubs ciclistici che costellano la nostra penisola, magari avendo la cura di offrire un programma di permanenza settimanale ad Allerona che preveda l’alloggio ed altre iniziative.
Secondo pensiero. La socializzazione utile produce servizio alla comunità.
Ad Allerona, come in tutti i paesi di questo mondo, è consueto vedere piccoli gruppi di ragazzi che, nel tardo pomeriggio, errano senza meta tra una panchina del giardino comunale e il bar, ripetendo un rito infinito che nessuna stituzione (con l’eccezione dell’ esperienza spontanea della scuola di musica) ha ritenuto di dover interrompere con proposte più gratificanti. Potrebbe essere utile e formativo coinvolgere questi ragazzi (e gli adulti che lo desiderassero) in un breve corso che insegni ad apprendere le tecniche di primo soccorso e le principali tecniche rianimatorie. Educare il maggior numero possibile di cittadini ad un corretto intervento sanitario nelle prime fasi di un’ emergenza è uno degli indirizzi incoraggiati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ed ha portato, nei paese più avanzati, ad una congrua riduzione dei casi di mortalità dovuta ad accidenti cardiocircolatori o alla traumatologia. Iniziando il lavoro di apprendimento con un piccolo gruppo (punto d’inizio per estendere l’entusiasmo ad altri possibili interessati), si potrebbe pensare di formare una struttura organizzata che nel tempo potrebbe dorarsi di un locale nel centro abitato, ove siano ospitate attrezzature utili al primo soccorso. La redazione di heimat accetta critiche, proposte ed adesioni di coloro che, dopo aver letto queste righe, non le ritenessero del tutto insensate. Chi scrive, in qualità di medico, si mette a disposizione per l’iniziativa.
Terzo pensiero. La ricostruzione, una volta tanto, può ricominciare dalln cultura, tagliando coraggiosamente il cordone ombelicale che sembra legare molti paesini delln nostra area ad un corteo infinito di scontate sagre dei fogioli e della porchetta.
Le vie di Allerona, in Agosto, hanno piacevolmente risuonato dei gorgheggi del “bel canto” contribuendo a creare in paese un’atmosfera di alto valore culturale ed emozionale. I gruppi di cantanti coreani che si sono avvicendati, hanno dato un’idea di quello che potrebbe essere il contatto sufficientemente prolungato con comunità straniere che personalmente, pur attraverso diversa chiave, avevo da tempo incoraggiato ed auspicato. Complimenti sinceri per l’iniziativa veramente ben riuscita ed un ringraziamento di tutto cuore a chi si è adoperato per realizzarla al meglio. Cementata questa prima pietra, tuttavia, deve essere abbastanza chiaro che essa godrebbe di scarso ed effimero valore se non si riuscisse a costruirvi qualcosa sopra.
L’iniziativa del master di lirica va continuata ed ampliata, consapevoli che Allerona non ha ospitato solo alcune isolate ed occasionali serate di bel canto ma una vera e propria scuola di specializzazione in canto lirico che dovrà consolidarsi, perfezionarsi ed ampliarsi. Magari coinvolgendo nel periodo autunnale e primaverile altri gruppi. La possibilità che nasca un premio alleronese riguardante il canto lirico è tutt’altro che remota o al di là dal potersi realizzare. Sta dietro l’angolo e la si deve considerare come uno di quei treni che ogni tanto, inaspettatamente, passano e che bisogna saper prendere. Anzi, giochiamo al rialzo e immaginiamo la possibilità che Allerona possa ospitare un “cantiere musicale e di arte”, in parte a cielo aperto, in cui diverse manifestazioni (compreso il teatro) si alternino e si fondano, magari sotto l’attenta regia di un unico direttore artistico (e perché non proprio il già apprezzato Giancarlo Pancaldi ?). Tutto ciò genererebbe un prodotto culturale importante che non potrebbe mancare di determinare un consequenziale beneficio sociale ed economico. Ne sia esempio il “cantiere di arte internazionale” che, negli anni ’70, sotto la guida di Hans Werner Heinze, trasformò profondamente (ed anche in senso economico) la cittadina di Montepulciano. Allerona, con il suo centro storico, con le piccole piazze, con le sue strade antiche si presta perfettamente ad ospitare micromanifestazioni artistiche di vario genere. Anche i due giardini comunali, valorizzati (certamente non costruendoci parcheggi) e riconcepiti attraverso una nuova chiave potrebbero ospitare piccole strutture tipo Gazebo che, di volta in volta, diventerebbero centro di manifestazioni artistiche organizzate o persino spontanee. Basterebbero, in fondo, un flauto che suona e qualche panchina in più per generare un ambiente elegante e piacevole che darebbe al paese ben altro biglietto da visita rispetto alle superfici incolte e maltenute che si vedono ora.
Resta, in tutto ciò, da risolvere in primo luogo il problema dell’inverno. Il paese deve poter attraversare quest’oscuro periodo, mantenendo alto il morale e riempiendo le isolate serate invernali con iniziative che stabiliscano un fil rouge tra le belle stagioni. Da dove cominciare? La ristrutturata sala superiore dell’exdopolavoro ha mostrato appieno la sua vocazione naturale di sala da teatro popolare, ribadendo in fondo quella funzione per la quale era stata concepita e costruita dai nostri predecessori. Pensiamoci un attimo, con il beneplacito di un’analisi che riguardi la nostra coscienza e senza inutili speculazioni: forse questo luogo non ambisce a diventare un museo. Perché non pensarlo come uno dei punti d’incontro della gente per combattere “il generale inverno”? Basterebbe un videoproiettore e qualche films a noleggio per riempire alcune serate settimanali istaurando quella piacevole atmosfera da “nuovo cinema paradiso” (o forse sarebbe meglio dire da “Sala Aurora”) che tanto bene ha fatto agli anni del dopoguerra. In un ambiente come questo si potrebbero coltivare le relazioni sociali ed è giocoforza che dove la gente s’incontra nascano le idee ed i progetti e lo spirito giusto per alimentarli. Allerona deve smetterla di pensare che il bilancio sociale del paese si debba chiudere necessariamente a settembre. Nella sala potrebbe essere previsto un piccolo chiosco, dependance di uno dei bar, atto ad allietare la serata. E qualche volta, magari, aggiungendo alcuni tavoli, si potrebbe inventare una serata di pizza per tutti mentre scorre un film. Alcune serate potrebbero essere dedicate alla musica, invitando di volta in volta qualcuno dei ragazzi orvietani che frequentano il conservatorio, ad offrire una propria esibizione. In questo contesto, magari qualcuno dei cittadini di Allerona, potrebbe sentirsi spontaneamente portato a scrivere e recitare o suonare qualcosa di proprio, innescando quel meccanismo virtuoso che porta la gente ad esprimere le proprie istanze interiori ed una comunità intera a generare un prodotto di cui non c’è mai sovrabbondanza che risponde al nome di cultura.
Quarto pensiero. “Repetita Juvant” (e speriamo, una volta tanto, che sia vero).
Tormamo a ribadire che crediamo che Allerona sia il posto giusto per ospitare comunità scoutistiche e che i gruppi scours possano trovare particolare interesse per Allerona, esattamente così com’è.
Provare, per cortesia, per credere.

Progetti Alleronensis

di Carlo Felice Cillario

Si dice che la celebre cantante Maria Malibran (“figlia d’arte”, avendo avuto come padre il baritono Manuel Garcia, importante collaboratore di Gioacchino Rossini), impegnata all’età di quattro anni in alcune recite nel ruolo di una giovane fanciulla, sbalordì i presenti in un’ occasione che la storia tramanda con meraviglia. Un’improvvisa amnesia della “Prima Donna” stava compromettendo seriamente una sera il proseguire dell’opera rappresentata quando la piccola Maria, presente in scena in quel momento, cantò in piena voce la parte della Prima Donna con una tale sicurezza che indusse il pubblico a chiedere che fosse lei a terminare lo spettacolo! E questo fu l’inizio della sua strepitosa carriera! E’ una delle tante prove di precocità date da giovani artisti in erba che tornava alla mia mente mentre ascoltavo il concerto tenuto ad Allerona la sera del 22 agosto scorso durante il quale il celebre M° Lino Puglisi presentava un gruppo di giovanissimi cantanti coreani che si esibivano in pubblico per la prima volta nella loro vita. È da segnalare con ammirazione profonda la capacità e l’amoroso entusiasmo con cui questo Maestro dal brillantissimo passato di artista lirico che lo portò a calcare le scene dei più prestigiosi teatri del mondo, dedica ora gran parte del suo prezioso tempo a curare e consolidare gli inizi di una embrionale personalità in giovanissimi che dimostrino doti appena superiori al normale e metterli di fronte ad un pubblico che li giudichi e che approvi la loro scelta. Per tutti gli artisti di ogni specialità è questo un passo assai importante da affrontare ogni qual volta detto artista aggiungerà un nuovo lavoro al suo repertorio. Perché ben altra cosa è l’eseguire un nuovo lavoro fra le mura della propria casa o di fronte ad una muraglia di giudici ignoti in una sala dall’acustica sconosciuta! Si sa di alcuni celebri artisti come Caruso, Arthur Rubinstein pianista e Bronislaw Huberman violinista, che mai avrebbero accettato di debuttare in un cenuoimportante un nuovo lavoro senza aver la possibilità di eseguirlo almeno una volta, in un centro secondario meno esigente. Tornando ad Allerona, bisogna dire che il pubblico locale si è dimostrato all’altezza della situazione; dimostrando d’avere l’istinto necessario per comprendere e perfino perdonare alcuni risultati bisognosi di urgenti progressi e per premiare con giustizia gli elementi più dotati con applausi che non nascondevano la differenza fra maggiori e minori consensi. Ciò è importante. Perché, senza giungere alla “sincera crudeltà” usata spesso dal pubblico del Teatro Regio di Parma, sono da rimproverare quei pubblici che usano applausi di intensità standard per ogni artista, senza gradazioni diverse a seconda dei loro meriti. Ciò premesso, giustifico quanto la sera del 22 agosto io andai rispondendo alle varie persone che entusiaste per i risulrati di tale serata mi chiedevano cosa si può fare perché Allerona possa avere in futuro un posto fra quei centri che in un modo o nell’altro promuovono attività che incoraggiano i giovani più meritevoli.
Per tentare di percorrere vie nuove ed alla portata di un centro nuovo a queste imprese com’è Allerona, suggerirei di cominciare con l’organizzazione di un “Festival di Prime Esecuzioni” inizialmente per violinisti e cantanti delle sezioni Soprano, Soprano e Contralti.
Visti i recenti brillanti risultati ottenuti dal Comune di Allerona affiderei al Maestro Pugliesi la posizione di Presidente delle giurie le quali potrebbero essere formate oltre che da me stesso da artisti che hanno tenuto alto il nome del solismo italiano nel mondo.I partecipanti eseguirebbero brani per la prima volta in pubblico. Per la durata di tre giorni avrebbero l’assistenza di uno o più Maestri della Giuria nel preparare l’esecuzione del brano che sarà eseguito nel Concerto. Nel caso si trattasse di una Sonata, sarebbe preferibile che l’esecutore portasse un collaboratore di sua scelta. Altrimenti sarà fornito un pianista.

L’autore è uno dei Direttori di orchestra più famosi del mondo. È stato vincitore del Premio Paganini Rassegna Nazionale per Violinisti ROMA nel 1935. Attualmente è Principal Guest Conductor “Opera  A.di Sydney.

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