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Il Futuro della Memoria

Quando abbiamo pensato di realizzare un periodico chiamato Heimat ci siamo subito resi conto che la motivazione dei nostri sforzi era dovuta al tentativo di ricostruire un nuovo rapporto con ciò che avevamo dimenticato e che tuttavia era indimenticabile: il punto di inizio, il luogo d’origine, consapevoli che tutto ciò non è inerte, ma agisce su di noi. E’ una presenza sotterranea con la quale siamo in relazione e che talvolta può aspirare a rango di coscienza storica o memoria. Ci siamo pertanto messi in testa di ‘esplorare’ e costruire il nostro futuro attraverso le memorie del passato, certi che solo seguendo questa via fosse possibile trovare il vero senso del nostro futuro. Abbiamo pensato quindi che anche ogni tipo di progetto e di progresso dovesse partire da qui, dalla riappropriazione della nostra identità originaria, dalla percezione di noi stessi come memoria. Essere soggetti di progettualità e cultori della memoria vuol dire mettere al centro i bisogni e farli diventare sogni e progetti. Riconosciamo insieme che ne vale la pena! E agiamo insieme, ciascuno dal proprio lato, consapevoli di ciò. “Non cesseremo di esplorare e la fine della nostra esplorazione sarà l’arrivo al punto di partenza, così lontano che stenteremo a riconoscerlo”, diceva Thomas Eliot.

Santosano

Scherza, scherza, magari succede per davvero. Perchè no, potrebbe capitare che la smettano di giocare ai politici e si mettano a lavorare sul serio per fare qualcosa di buono per questo nostro scalcinato paese. A me, che ormai ne ho viste tante, mi sembra un po’ difficile, ma “hai visto mai” che quello che non è successo in tanti anni succede proprio nell’anno del Giubileo. Che il Signore li abbia illuminati e gli abbia fatto ritrovare la strada del buon senso e anche il senso delle dimensioni! Se ne sono dette di tutti i colori, si sono scontrati su tutto, si sono guardati in cagnesco come se fossero vecchi nemici che avessero rancori e vendette da sistemare. Invece provengono dallo stesso paese, hanno le stesse origini contadine, frequentavano gli stessi amici, sono pure della stessa età. Secondo me sono anche entrambi consapevoli che Allerona ha bisogno di essere risistemata. E poi perchè andare avanti così, per vincere cosa, che uno il sindaco non lo può più fare e l’altro non lo vuole fare, almeno così dice. Ma sì, avete capito, il sindaco e quello dell’opposizione, quello con gli occhiali che stava accanto al sindaco in processione il giorno della festa e che dice sempre, forse è anche un po’ fissato, che il mestiere del consigliere è dare i consigli. Che allora li dia questi consigli, sperando che quell’altro li voglia accettare. In fondo stavano anche bene insieme a rappresentare il nostro Comune. Sono ancora giovani, sono pieni di energie, sono affezionati al loro paese e sono anche bravi ragazzi. Magari con l’esperienza dell’uno e le capacità dell’altro, con il buon senso dell’uno e l’intuito dell’altro, con la scaltrezza dell’uno e le conoscenze dell’altro, insieme con un po’ di buona volontà e di umiltà potrebbe funzionare. Io voglio sperarci, perchè se non ci riescono stavolta qui mi sa che Allerona chiude. Le tasse aumentano, i servizi peggiorano, il degrado, beh quello ve lo risparmio perchè lo vedete da soli, le iniziative, beh vi risparmio anche quelle, e per i programmi è meglio lasciar perdere. Allerona è un paese triste, manca di colore, di freschezza, di vitalità. Qui non ride più nessuno; se non ci fosse questo burlone di Santosano che dice pane al pane e vino al vino qui nessuno ha più voglia neanche di fare quattro chiacchiere in allegria. Ecco che cosa è diventata Allerona: è grigia. Grigi i piloni della direttissima, grigio il centro polivalente (a proposito ancora non funziona, ma non era stato inaugurato l’anno scorso), grigi i piccioni (che interessano così tanto il vice sindaco da scriverci addirittura un articolo sul giornalino del Comune, che è grigio pure quello), grigio il cartello dell’ufficio turistico (non che l’assessore al turismo sia poi così vivace), è grigio pure il giardino di fronte al Comune (senza un fiore, un’aiuola un po’ colorata) e persino i cassonetti dell’immondizia sono grigi (in alcuni paesi sono verdi, in altri blu, incredibile, ma come avranno fatto).Com’è triste Allerona: d’inverno e d’estate. E’ un paese malinconico, che sembra portarsi addosso una sorta di rassegnazione. Ci siamo rassegnati a quell’orrendo cartello stradale sulla torre dell’orologio all’ingresso del paese, a quelle case disabitate allo scalo, a quegli interminabili lavori all’edificio dell’ex dopolavoro, allo stato di abbandono della piazza di fronte al centro polivalente: su quest’ultimo poi abbiamo fatto la croce. Ci siamo rassegnati a tutto: ai treni che non fermano più, al piazzale della stazione in totale abbandono, alle strade con le buche, all’acquedotto fatiscente. Forza ragazzi, è già passato un anno dalle elezioni, smettetela di giocare ai politici e mettevi a lavorare che le capacità non vi mancano. La gente ha voglia di vedere che qualcosa di buono è stato fatto, altrimenti vi caccia a tutti, e lo farà prima che finisca il mandato, magari a pedate. Avete da guadagnarci entrambi e Santosano è dalla vostra parte, vi vuole bene e vi aiuta, con la fervida preghiera si intende. Quando poi ci saranno le nuove elezioni, allora ognuno ritornerà nella propria parrocchia, o scusate, nel proprio partito, ammesso che fra quattro anni ancora ci siano i vostri partiti o che ancora voi apparteniate agli stessi: a proposito, ma quali erano! Mah, qui c’è una gran confusione, e Santosano, che di queste cose se ne intende poco, vi saluta e si ritira, anche perchè è si è fatta sera, è già il vespro.

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