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Un villaggio degli Scouts

di Giorgio Albani

Le iniziative che vanno concepite per l’area in cui viviamo devono essere rispettose della tipologia di ambiente che ci circonda e tali da intercalarsi con le progettazioni già esistenti, in modo da generare circuiti di favorevole interrelazione. Tenendo fede a questo spirito mi sento di rispolverare un’idea sulla quale lavorai già nel 1982, trovando all’epoca, per la verità (forse i tempi non erano ancora maturi) scarsissimi consensi. Nella mia visione di allora c’era la voglia di vedere “formicolare” Allerona, per almeno quattro mesi l’anno (ma si può fare anche di meglio) di allegri gruppi scouts, essendo ben consapevole che questo tipo di turismo fosse caratterizzante, sufficientemente continuativo e corretto per l’ambiente. Ad oggi, in un momento in cui si parla insistentemente di parco territoriale, l’idea torna ad essere perfettamente adeguata. Il progetto che propongo vuole, come altri presentati, generare un prodotto finito e congruo a partire dai mezzi che abbiamo già a disposizione, senza impegnare quote d’investimenti e apparati logistici al di sopra delle possibilità della nostra comunità. Ci sono diverse aree che ritengo adeguate per essere destinate al campeggio e alla permanenza prolungata di gruppi scouts. È importante rilevare che esse si trovano tutte volutamente in prossimità del paese di Allerona. Insediamenti nel parco di Villalba dobbiamo, al momento, considerarli sconsigliabili poichè potrebbero generare un circuito che andrebbe ad alimentare primariamente altre località dalle quali il parco dista quanto Allerona. Non è campani-lismo ma un progetto deve pur dare i suoi risultati a chi lo promuove. Poi, dopo, può anche essere esteso e compartecipato. L’area localizzata nei pressi del podere “Aiarella”, per esempio, già utilizzata con successo alcuni anni fa per il campeggio estivo dei bambini delle scuole, appare tra le più adatte per l’esigua distanza dal paese, per la panoramicità e per la ben conservata strada di accesso. Quest’area, inoltre, è già potenzialmente dotata di un minimo di struttura logistica (acqua con diversi erogatori) che può essere facilmente ampliata. Così com’è, con un banale nettoyage, potrebbe già ospitare una comunità di 70-80 campeggianti. Considerando almeno altre tre aree vicinali di capienza analoga, non è inverosimile pensare ad una permanenza simultanea di circa 250 persone nel periodo estivo. Non solo: se l’esperienza decollasse si potrebbe prevedere una ristrutturazione finalizzata dei casolari della “Aiarella” e della “Casaccia” che potrebbero essere utilizzati per la permanenza invernale degli scouts o per dotazioni logistiche di appoggio ai campeggi. La realizzazione di questo progetto prevede tre momenti chiave:
1. richiedere le dovute autorizzazioni all’effettuazione dei campeggi agli enti competenti;
2. organizzare le aree previste eseguendo quelle poche opere necessarie per la prima fase;
3. prendere contatti con le principali associazioni di scouts (Agesci e Scouts d’Europa) per garantire un avvicendamento continuo di gruppi per un periodo prolungato dell’anno.
Si consideri che la permanenza di un solo gruppo per quattro mesi non è cosa possibile. Nè è possibile pensare che una volta stabilito il contatto con un gruppo esso continui automaticamente a tornare di anno in anno poichè i vari gruppi tendono ad effettuare i campeggi ogni anno in luoghi diversi. La riuscita del progetto implica queste fasi:
a. incontrare i vertici delle associazioni scout per presentare le potenzialità della nostra area e farla inserire nell’abituale circuito dei campeggi estivi;
b. formulare, di anno in anno e per tempo, inviti ai diversi sottogruppi presenti nelle numerose città italiane (ma anche estere, in fondo), mettendo a disposizione una scaletta di periodi di permanenza programmabile di 15 giorni in 15 giorni da giugno a settembre.
Anche questo progetto non può prescindere da una buona presentazione del paese di Allerona e dell’area verde che lo circonda da operare attraverso dèpliants e filmati. Da segnalare senz’altro è l’ottima guida dei percorsi escursionistici “Camminare per conoscere”, già a disposizione del comune. I gruppi scouts, abitualmente, sono raggiunti dalle rispettive famiglie nei fine settimana. Questo è un aspetto che non va sottovalutato per l’economia alleronese, stimolando lo studio di iniziative che favoriscano l’accoglienza. Si consideri anche l’opportunità che i nostri bambini potrebbero far parte periodicamente di questi gruppi, imparando le abitudini e i valori che stanno alla base dello scoutismo e abituandosi a relazionare con una comunità umana veramente eterogenea. Ci sono cento altre iniziative che potrebbero essere ideate per ampliare quest’idea-base, compresa la possibilità di lavorare affinchè ad Allerona si tenga un raduno annuale delle comunità scouts. In questo contesto troverebbe, per altro, una sua ampia giustificazione e un pieno utilizzo persino il previsto museo delle ere geologiche che dovrebbe nascere nei locali dell’ex-dopolavoro. Ebbene ritengo, senza presunzione, che si sia formulata un’idea accettabilmente buona, di non difficile realizzazione e con una serie di vantaggi i cui limiti sono solo quelli dell’immaginazione. Mi auguro sinceramente che i signori amministratori e i rappresentanti dell’associazione pro-loco percepiscano l’obbligo morale di non perdere questo treno che potrebbe trovare fin troppo facile ospitalità in altre stazioni.

La Nave Verde: Allerona e San Casciano un territorio da integrare

La redazione di Heimat è andata a trovare la signora Fabiola Ambrogi, Sindaco di San Casciano dei Bagni, alla quale ha rivolto alcune domande.

San Casciano dei Bagni è diventato, in una forma molto più positiva e discreta quello che Capalbio e Cetona furono negli anni 70’ e 80’. Ci spieghi la storia di questo successo.
A me non piacciono i paragoni con altre realtà, anche se le esperienze altrui sono importanti da valutare. San Casciano è un Comune che lentamente sta risalendo la china dopo anni veramente difficili. Gli ultimi anni sono stati importanti per lo sviluppo della Regione Toscana e della provincia di Siena. Ne ha risentito anche il nostro Comune che si inserisce in questo contesto più generale.

Su quale consenso e che genere di sostegno ha avuto l’Amministrazione Comunale in tutto il processo di sviluppo che ha portato San Casciano ad essere quello che oggi è.
I nostri programmi hanno avuto credibilità, in primo luogo nel nostro Comune. Già dal 1994/95 l’Amministrazione Comunale ha cercato attraverso diversi tavoli di attivare una concertazione sia con il mondo imprenditoriale, con il volontariato che con altre istituzioni. Il processo di sviluppo di cui Lei parlava è solo all’inizio, ancora non ci sono grandi spostamenti sui dati statistici.

Quali sono stati i punti di leva maggiormente utilizzati per generare sviluppo.
Il nostro sviluppo è sicuramente legato al meraviglioso ambiente naturale che ci circonda, a cavallo tra la Valdichiana e la Val d’Orcia e la Valle del Paglia, posizione singolare. Inoltre ha 42 sorgenti di acqua termale: credo non sia poco. E’ chiaro che il nostro sviluppo, individuate le peculiarità che dovranno essere utilizzate, dovrà essere mantenuto, rispettato e migliorato. Le nostre caratteristiche, come sono oggi fonte di ricchezza, così dovranno esserlo in futuro.

Con quali meccanismi intercettate le comunità straniere e quali sono quelli maggiormente presenti sul territorio.
Nella maggior parte dei casi la scelta avviene in modo casuale, magari con un semplice passa parola. Dobbiamo però riconoscere che i molti stranieri che vivono sul nostro territorio (alcuni ormai da decenni), si sono attivati per rilanciare il ‘Sogno di San Casciano’; le forme sono diverse, ma il canale è quello culturale che porta di anno in anno sempre maggiori presenze qualificate e di diversa nazionalità.

Ci spieghi il Sistema di Accoglienza adottato dal Comune di San Casciano, in particolare nei confronti delle comunità straniere.
Non ci sono sistemi di accoglienza particolari. In questo senso dobbiamo molto ai nostri imprenditori che negli ultimi anni hanno trasformato le loro strutture con molti servizi innovativi e buon gusto, oltre ad una disponibilità e una gentilezza che li contraddistingue anche da altre realtà limitrofe.

Chi è il turista medio di San Casciano e cosa principalmente richiede.
La richiesta che ci viene fatta più di frequente dai turisti che vengono nel nostro Comune è quella di poter acquistare una abitazione per venire più spesso. In ogni caso non abbiamo particolari richieste, in quanto le strutture sono tutte quasi rinnovate, ad esempio le Terme. Più che di richieste parlerei di accorgimenti in merito alla gestione. Nulla di sostanziale.

Che tipo di sinergia si potrebbe costruire tra le comunità di Allerona e San Casciano dei Bagni, che dia concretezza e reciproca convenienza a quella eccellente visione rappresentata dal cosiddetto ‘Triangolo Benedetto’ del quali i nostri due comuni sono parte integrante.
La marginalità che vivono i nostri Comuni rispetto ai confini amministrativi va superata. Oggi esistono strumenti di programmazione economica che permettono il superamento di questi limiti al fine di incentivare programmi di sviluppo comunali. I settori di sviluppo sono quindi quelli relativi al turismo legato all’ambiente e alla cultura. Certamente all’interno di un sistema legato alla “Qualità”.

Se in un ipotetico e onorario scambio di ruoli, Lei divenisse Sindaco di Allerona per un mese, quale sarebbero le prime decisioni amministrative che assumerebbe.
A parte i progetti che già ci legano, non conosco le problematiche relative al Comune di Allerona.
Certo, anche voi avete le vostre peculiarità che sono ambiente incontaminato e un bel Centro Storico. Ma una cosa che mi sentirei di proporre, anche come Sindaco di San Casciano, è una sorta di “Navetta Verde”, che leghi i nostri territori, che potremmo riempire di contenuti e che percorra, almeno nel periodo estivo il ‘Triangolo Benedetto’.

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