Rabbia e rassegnazione

Vorremmo continuare a dire: “Durante la notte egli si alzò e lottò fino all’aurora” (Gen. 32,23), ma la distruzione metodica della nostra seppur umile bellezza non ce lo permette più. La trasformazione di dignitosissimi luoghi: dal Cimitero al Centro Storico e ora anche al Parco della Rimembranza, in luoghi senz’anima, nella più disperata ignoranza  e superficialità, perpetrata da povericristi che non sanno quello che fanno, e che farebbero molto meglio a non fare, ci fa molto riflettere sul senso complessivo della nostra operazione. E’ vero, come scriveva Annamaria Ortese nel CardilIo Addolorato: “Rievocare i paesaggi del passato non si può, diremo che Dio non vuole, vi è in essi qualcosa dell’Eden, consentito all’uomo una volta sola … egli non può rientrarvi”. Ma quello che accade da noi, rassomiglia più alla profanazione che al degrado. Abbiamo riperso. Ma chi veramente? Siamo partiti dall’idea giusta in se, che un momento creativo della memoria potesse invocare una possibile rigenerazione. Ci siamo pertanto rivolti a tutti, in forme ovviamente diverse. A chi istituzionalmente ha il dovere di amministrare, con una critica spesso dura e aspra, talvolta alternata a compiacimenti sinceri, ma anche con proposte facilmente eseguibili e disponibilità operative. Alla pubblica opinione, con l’intento di far riscoprire l’importanza delle radici e il senso di appartenenza, condizione necessaria secondo noi, per tirare fuori le energie necessarie per una rinascita. Abbiamo analizzaro il nostro microcosmo come parte integrante di un territorio più grande, al quale culturalmente e morfologicamente riferire: dall’Orvietano al Senese, convinti che in un più ampio scenario di riferimento ci fossero i necessari punti di leva per un nuovo sviluppo. Abbiamo suggeriro metodi di analisi, convinti che ogni efficace azione dovesse prima passare attraverso una adeguata riflessione, esercizio inconsuero da queste parti, ma prassi acquisita ovunque altrove – Un tempo si diceva che per farsi una idea su come girasse il mondo fosse sufficiente fare un viaggio a Chiasso, ma allora il mondo era molto meno globalizzato di adesso. Oggi per noi è più facile, basta San Casciano dei Bagni, fare una gita in questo delizioso paesino e copiare da lì. Ma anche in questo siamo scadenti.
Il risultato è purtroppo una situazione sempre più deprimente; con responsabilità che ricadono in toto sull’Amministrazione Comunale e su chi, sbagliando i conti, la teleguida da fuori. Credo che un luogo cosi imploso e refrattario all’idea di bene comune, di giusta azione, di progresso, non si trovi più in giro per l’Italia del Centro Nord. L’unica, diciamo così “tensione”, che fa peraltro capo a pochi, è una maldestra ruffianagine rivolta a maggiorenti locali. Robetta di poco conto, certo, ma che qui contamina anche persone che dovrebbero ogni tanto avere qualche sobbalzo di dignità che invece non hanno. Da noi anche l’essere ruffiani è vissuto in maniera ipocrita e dimessa. Ma di chi è la colpa di questo collasso delle coscienze. L’abbiamo già detto: un tempo non eravamo così. Una possibile risposta potrebbe essere la seguente: dei partiti politici in primo luogo, e in generale delle forze organizzate. I primi, in quanto ostaggio di alcuni, i cui sforzi perseguono finalità diverse dal bene comune e comunque rappresentate, diversamente dal passato, da figure di basso conio; i secondi in quanto totalmente privi di auronomia si muovono conformi allo status quo e in obbedienza dei primi. Per cui: “Cercar che giova? Al buio non si trova” In una “Cartolina dall’lralia”, riportata da La Repubblica qualche anno fa, Arbasino così faceva scambiare un cliente e un giornalaio: “Che me dai er Coriere? Como o voi, do o Sport, o da a Sera? Fa uguale”. Che peccato.

I Commenti sono chiusi

i più letti
  • Non ci sono articoli
Follow alleronaheimat on Twitter

arsi

villalba

____________________________________
aprile 2024
lun mar mer gio ven sab dom
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930EC
AlleronaHeimatWebRadio