A(h) C(he) D(iletto)!

dai nostri inviati speciali Aminadab & Co.

Sabato 11 dicembre la chiesa cattolica festeggia Santo Damaso (papa), protettore degli archeologi. Noi festeggiamo, invece, la partita interna con il Guardege che condivide con noi i colori sociali rossoblú (mi piaci tu!). Match intenso, almeno nel pre-partita, a cusa della polemica suscitata per la trasferta di Penna. C’emo messo ‘na pietra sopra! Tranquillità! Guardege è l’antico nome dell’attuale Guardea, sita in territorio amerino (quante squadre, nel nostro girone, sono di quelle parti!). Noi, qui, abbiamo ‘l Varge, che rima (quasi) con Guardege, che fa tanto zenés (o genovese). I dirigenti della nostra amata squadra hanno organizzato, per il dopo partita, indipendentemente dal risultato, una cena presso la Sala Aurora. Ci andrò.

A pranzo mi sono tenuto leggero: ho cucinato un ottimo risotto allo zafferano (senza ossobuco). È facilissimo da preparare: si trita la cipolla e la si fa appassire in un tegame, insieme a un po’ di burro, a fuoco dolce. Si versa il riso (Arborio) e si fa tostare per poco tempo, finché non diventa traslucido, mescolando continuamente. Si sfuma, quindi, con il vino bianco, a fuoco basso. Si aggiunge del brodo di carne e si mescola. Si fa cuocere il riso, aggiungendo del brodo di tanto in tanto. Il riso è cotto quando è leggermente tenero all’esterno e al dente all’interno. A questo punto si incorpora lo zafferano (niente bustine chimiche, per favore!). Tocco finale con il parmigiano grattugiato e un po’ di burro, mantecando il tutto sul fuoco per un paio di minuti. E voilà! Ho accompagnato questo piatto della cucina lombarda con un ottimo Bardolino Chiaretto Doc, della cantina Valetti, di Calmasino di Bardolino  (Verona), un vino dalla tonalità rosa, profumo fruttato, sapore morbido e  un po’ sapido. Ottimo!

Puntualità massima per l’appuntamento al Palazzo, col mio fido & Co., per andare a Mattio in macchina. Guida lui. Abbiamo deciso che il nostro repertorio canoro di cover, dedicate al grande Moggi, si è quasi esaurito  (attendiamo un’ispirazione divina), e ci è sembrato opportuno consacrare qualche canzone ad altri membri della squadra. Giustizia vuole che si cominci dal mister. Abbiamo riscritto la famosa Marina, dell’indimenticabile Rocco Granata, col titolo di “Preghiera del giocatore a Moreno” (inteso come Baldini). Fa così:

Me so’ arruolato co’ Moreno,

un mister tosto, serio, ch’è ‘n baleno.

Ma lue nun s’accorge che scialisco

Dio mio, ACD quanto patisco

’n giorno j’ho parlato solo solo

‘l core me batteva proprio al volo

Quanno je disse: 
io posso crossà

Me dette ‘n calcio pe’ famme saltà.

Moreno,

Moreno, Morenooo

mi devi al più presto schierar

Moreno,

Moreno, Morenooo

mi devi al più presto schierar

o mio bel Moreno

no, non mi lasciare

ma a la panca a guardare

o no, no, no

(ritornello bis)

Giunti al Tardiolo abbiamo una grata sorpresa: due bandiere donate dall’Anna e da Daniele (Bar Borgo Antico) ondeggiano al vento di Mattio! Ganzissime! Grazissime! Ma do’ semo? Al Dall’ara, al Sant’Elia, al Luigi Ferraris? Manca solo l’inno. Attendiamo fiduciosi e confidiamo nelle capacità musicali di Piazzai Alessandro, ex dei Santa Pupa Revolution. La partita col Guardege ha mobilitato un numero enorme di supporters del borgo, dello Scalo e di Orvieto (c’è anche l’allenatore del Porano. Semo famose!). Emozionante la presenza dei tifosi infantili Mati, Giupi e Davidino. Come avrebbe detto Ungaretti:

Tifosi,

si sta

sugli spalti

come in scatola

le sardine

Tribune affollatissime. I nostri fans sfoggiano, come sempre, la santabarbara regolamentare del buon tifoso: trombette, tamburi, altoparlanti, petardi, e marchingegni imitatori di mucche. Le sciarpe rossoblú, agitate al vento, accompagnano la sinfonia per tamburo, scritta e diretta da Davide Franzini. La nostra cara Renata ha l’incarico (non facile) di passare con la cassetta delle offerte. Guadagneremo un’indulgenza cicina cicina? Giornata fredda e invernale, con strino intenso e temperatura attorno ai 5 gradi. Sviaggiono sugli spalti bottiglie varie di buon vino rosso che ci protegge dal freddo e dal raffreddore (che ne dice, dottor Lisei? Altro che paracetamolo!). Ci hanno parlato un gran bene di un giocatore del Guardege, Trincia Michele, centrocampista offensivo, beniamino della stampa specializzata. Siamo sfortunati (o c’emo culo?): Trincia è diffidato e non può esibirsi davanti al pubblico del Tardiolo. Pazienza (o meno male!). Al suo posto, il mister avversario schiera due attaccanti che, come si direbbe dalle nostre parti, fischiono cento! Che fisico! Che stazza! I ragazzi del Guardege sfoderano una tenutina arancione vitamina C (sarà contro ‘l raffreddore?), simile a quella dell’Olanda. Noi ci teniamo sempre sul bianco e rossoblú. Il nostro coach schiera un 4-3-3 a fisarmonica che diventa, sovente, un 4-4-2 con ‘l Ciolo a dare una mano a centrocampo. Purtroppo, il buon Panico David(e), l’Inzaghi de noantri, è fuori rosa per l’infortunio al ginocchio. Torna presto! Linesman è, ancora una volta (con tanto di berrettino invernale), il nostro grande Bello, al quale, quest’oggi, non possiamo tributare una canzone per mancanza d’ispirazione. Sarà per un’altra volta.

Inizia la partita. Comandiamo tranquillamente il gioco. Dopo circa dieci minuti l’arbitro ci assegna un fallo da rigore subito dal buon Ciolo. Calcia ‘l brigante della Meana, al secolo Sciulli Luigi: la palla inzucca la traversa e torna in campo. Occasione mancata! Comincio a credere che anche oggi la Dea Eupalla ci volterà le spalle. Che peccato! l nostri ce la mettono tutta, si impegnano al massimo, con un desiderio di riscatto degno di lode, ma non c’è verso di veder perforare la porta rivale: abbiamo diverse occasioni da gol, con la palla che passeggia comodamente, come se girasse per Sottofosso d’estate (quanno nun c’erono le machine!), sulla linea della porta avversaria. Niente da fare. Eupalla do’ see? I nostri attaccanti sembrano molto innervositi dalla sfacciataggine della dea sopraccitata: calma ragazzi, calma! Capisco, però, che la nostra sorte cambierà, quando, in un contropiede magistrale del Guardege, la palla diretta verso la porta del buon Patrignani, invece di insaccarsi alle sue spalle si spiaccica sul palo. Dea Eupalla ora pro nobis! E infatti non mi sbaglio: a dieci minuti dal termine del primo tempo, un gollonzo ci premia col meritato vantaggio. Passaggio in area di capitano Valentino per l’onnipresente Ciolo: lui scruta il portiere, il portiere scruta lui; nessuno interviene e la sfera, trolla trolla, si accomoda nella rete rivale. 1-0!!

Per la cronaca segnalo i battibecchi sorti tra una parte della nostra tifoseria e gli attaccanti avversari sovrappeso (siamo buoni). I nostri li appellano supplì (mica male!), e i calciatori rivali minacciano di passare alle vie di fatto appena finito l’incontro. Speriamo bene… Nel secondo tempo continuiamo a dominare la partita. Il nostro grande captain Tardiolo –oggi Frullicone, Riccitelli-Beccalossi e ‘l Varge hanno diretto benissimo il centrocampo- culmina una bella azione corale della nostra compagine. 2-0 meritatissimo. Vale viene sommerso dai baci e dagli abbracci dei compagni. Bravo. Non saprei definire con esattezza le capacità calcistiche di questo ragazzo; mi viene in mente una frase che un giornalista sportivo dedicò a Classius Clay: “Vola come una farfalla e punge come un’ape”. Comunque, oggi si nota la voglia di tutti di voler far bene e di dimenticare la partita di Penna: classe e volontà non ci mancano!

Chiude il conto il buon Luigi Sciulli, il quale, in un contropiede da manuale condotto da Francesco De La Ripa, El Principe de Ripone, o little Papalla, uccella il portiere avversario per il definitivo 3-0. Grandissimi! Per la cronaca segnalo che, nel primo tempo, l’arbitro ha fatto ‘n triscebbusso al Bello, reo di aver acceso un’innocente sigaretta mentre svolgeva le mansioni da guardalinee! La stecca, intesa come contenitore di tabacco, pare abbia preso il sopravvento sul nostro dirigente. Abbiamo perso alcuni palloni nelle greppe del podere dell’Asinello, lanciati dai nostri difensori, sicuri e determinati, forti dei miei preziosi consigli. Me li faranno pagare?

Mister Baldini ha fatto ruotare, saggiamente, i calciatori a disposizione: Bambo, la sega  a nastro dell’Acquaviva, partito dalla panca, sostituisce l’ottimo Frullicone; Palombini, inteso come Damiano, prende il posto di Luigi Sciulli; Tommy Barberio fa la staffetta con il capitano Tardiolo (standing ovation per lui);  Riccitelli-Beccalossi lascia il posto a Magistrato e, per finire, Pinella subentra al grande Ciolo. Ed è proprio Pinella, veterano di mille battaglie, a sfoggiare la fascia di capitano; contentezza di noi tifosi sugli spalti e allegria immensa da parte del nostro. L’arbitro fischia la fine del match. Applausi a non finire e ringraziamenti dei nostri prodi sotto la tribuna.

La festa continua presso la Sala Aurora. Ci attendono tre belle tavolate lunghissime, addobbate con i colori della società (molto carine!).  Ad occhio e croce dovremmo essere più di cento persone!! Incredibile! Ottimo il menù: antipasto misto (crostini, formaggio e affettati), penne all’amatriciana, cinghiale in salmì (fantastico! Datime la ricetta si no mojo!), fagioli e salsicce, insalata e crostate (gentilmente preparate dalle mamme dei giocatori). Ah che diletto! E vino (e acqua, anche se noe la usamo poco) a volontà!

Vorremmo rimarcare lo sforzo realizzato in silenzio, senza chieder niente, da tanta gente, per l’ACD Allerona. Permetteteci, però, di citare alcuni nomi: l’Anna e Daniele (capotifosi del bar Borgo Antico), la Renata e la di lei figlia Margherita, l’indistruttibile Simona, la Silvana e la Giuseppina Parrini (ex bubbolans girls, zia e mamma, rispettivamente, di captain Valentino), la Rita Pasqualetti (mamma delle nostre perle Comodino e Ciolo).

A fine cena, con un precario microfono, Palombini, inteso come Matteo, ovvero ‘l Fico de noantri (è lue, è lue, nun è ‘l su’ sosia!), si lancia nella presentazione della squadra. Scrosciano gli applausi per i nostri prodi. È la volta del Mister Baldini (applausi. Discorso! Discorso!), il quale, nello stilare un primo bilancio, ringrazia un uomo su tutti: ‘l Bello. Parte, spontanea, la famosa (e meritatissima) ola, e lui, preso alla sprovvista, senza la bandierina dietro alla quale nascondersi, dal fondo del tavolo, abbassa la testa davanti ad un (due, tre, quattro, cinque…) buon(i) bicchiere/i di rosso. Il coach prosegue l’allocuzione dicendo che i ragazzi, a parte mercoledì scorso, hanno dimostrato impegno e costanza e che l’accoglienza è stata fantastica; ci si augura di ritrovarci presto a festeggiare nuovi successi. Contice More’!

‘l  Coco, Sirio e Romanino, un po’ lontani dalla mia postazione, cominciano ad intonare alcune canzoni de noantriMe pija la lecca triste: in questi giorni di polverone ho ripensato ai miei vent’anni (o giù di lì). Mi sono rivisto con una maglietta scolorita e rossoblú (era, a dir il vero, più celeste che blu) a tirar calci ad un pallone, a far tardi di notte (o mejo, a fa’ giorno), a correr dietro a le bardasse, a bere oltre il legalmente consentito. Non c’erano discoteche, ma, la Sala Aurora -qui, dove siamo adesso-, specialmente d’inverno, ci accoglieva col suo calore umano. Mi sono ricordato che proprio oggi l’Argentina, di cui, calcisticamente, sono grande tifoso, celebra il Giorno del Tango.

In questa sala, provai la febbre del sabato sera. Quando il complesso beat de noantri, Terra Semi Illusioni, faceva ‘l foco, verso mezzanotte (o giù di lì), l’Asinello, ‘l John Lennon de la Meana, ‘l zio de l’Inzaghi dell’ACD Allerona (per capirci), attaccava il famoso Tango delle Capinere che, in quegli anni, era interpretato da Gigliola Cinquetti (a mezzanotte va la ronda del piacere, e nell’oscurità ognuno vuol godere…). Che ritmo! Allora, ci si lanciava in pista avvinghiati, obbligatoriamente, a una bardassa. Qualcuno, ma solo i più abili, si esibiva nel cosiddetto tango figurato (io nun ce so’ mai riuscito!). Pochissime coppie concludevano col famoso casché (io me vulticavo)! Da lì in poi, bisognava stare attenti alla tempistica: l’Asinello ci faceva riposare il giusto (c’era il buffet!); non si doveva ingerire troppo alcool, non si doveva perdere per la strada la bardassa con cui avevamo volteggiato nel tango. Perché? Ma perché, quasi sempre, dopo la pausa ricostituente, il complesso nostrano suonava il galeotto Senza luce, dei Dik Dik, che era un lentissimo da mattonella (grazie Asine’!). Allerona è stata ripopolata così…

Sarà mejo si vo’ a cantà col Coco!

Ed ecco a voi le pagelle di & Co:

PATRIGNANI LUIGI: Si fa perdonare, con gli interessi, le stecche precedenti. Oggi è un tenore che si esalta nella prestazione più sicura della sua stagione. Prendendo di petto anche le note più alte, si lancia in un classico: “La porta è chiusa dietro me/ il guanto mio non sbaglierà/ tramontate stelle/ al Mattio vincerò/ vinceeeròòòòò”. 3 ottave sopra. VOTO: 7

BATTISTI RAFFAELE: Suinamente parlando, della sua prestazione, come al solito, “nun se butta via niente”. VOTO: 7

URBANI FABIO: Visto il precedente, questa aveva tutte le carte in regola per essere classificata tra le “partite del riscatto”. Partita da giocare all’attacco. Ci crede sempre, si spinge in avanti con continuità infondendo la solita sicurezza. Orgoglio A.C.D. VOTO: 7-

TARDIOLO VALENTINO: Mister Mou-reno, sotto l’albero, gli fa trovare un ruolo che sembra confezionato su misura. Lui tiene stretto il pacchetto e con l’entusiasmo di un bambino, lo mostra a tutti, impreziosendolo con gusto, fantasia e personalità. Entrambi hanno il merito di aver acceso le luci su una partita importante. Due palline. VOTO: 8

BALDINI DANIELE: Ossia: sportellate e affini e chipiùnehapiùnemetta. Compie un lavoro prezioso fatto di raddoppi, chiusure e disimpegni svettando, sempre con maggiore decisione, là in mezzo al campo. Per informazioni chiedere al numero 8, 9 e 10 in maglia fosforescente. Ia fatto la fiancata! VOTO: 7-

PALOMBINI MATTEO: E’ ufficiale: anche il National Hurricane Center si è preso a cuore il caso. E’ lui, la devastazione a cui qualunque sistema di contenimento si rivela inutile. E’ lui, che rade al suolo gli avversari piccoli piccoli e spazza palloni a 190 km orari. Lui, onda di tempesta forza nove. Impossibile arginare la foga; anche le previsioni più accurate si dimostrano fallimentari. Uragano. VOTO: 7

GASPARRI ALESSIO: Si insinua tra le linee come un coltello affilato nel burro. Veloce ed imprevedibile, vince il duello. Li riduce in poltiglia, poi li spalma e se li magna con gusto. Ingordo. VOTO: 7+

RICCITELLI ANDREA: Ossia: teoria e pratica del perfetto centrocampista. Appresa la tecnica con buoni risultati, messa a fuoco la visione di gioco, nel giorno della sua migliore partita, riesce anche a muoversi di più e meglio.  In crescita. VOTO: 7

BALDINI FRANCESCO: Primo volume della saga: “Quella lacrima sotto la maschera”. Sottotitolo: “Mi si ingrippa la Z”. Don Francisco De La Ripa, non riuscendo ad incidere il suo emblema distintivo, gioca con poca allegria. Qualcuno potrebbe spiegargli che combattere con generosità contro la tirannia degli avversari nei panni di un fedele servitore (che fa segnare) lo ha reso altrettanto celeberrimo?! VOTO: 7

SCIULLI LUIGI: Sul fatto che il 22enne brigante de Meana, agilità e scaltrezza + senso del gol, sia fondamentale per i successi della banda non ci piove. Oggi guida la scampagnata alleronese sulla strada per la vetta. Segna e fa segnare. VOTO: 7 ½

URBANI DIEGO: Ossia: il dono dell’ubiquità. Sveglia, spiana, striscia, svina, scola, stappa, impasta, spazza, scazza e non stramazza. In tutto questo, trova anche il tempo per concedersi 80 minuti al proprio pubblico evitando di segnare per non essere accusato di fare ogni cosa da solo. Uno e trino ma soprattutto quattrino. Inestimabile. VOTO: 7 ½

MAGISTRATO SIMONE: Entra sul tre a zero e partecipa al contenimento con un occhio all’orologio in vista del maxi festeggiamento finale. VOTO: 6 ½

BARBERIO TOMMASO: Quando la stoffa è buona il vestito calzerà a pennello. E’ il suo caso. VOTO: 6 ½

BAMBINI PIETRO: Solita forza della natura, soprattutto se entra quando gli altri stanno calando. Solita solidità. Solito cagnaccio che, concedendo poco e niente, morde alle caviglie degli avversari. Per l’arbitro anche troppo. Ci mancherà. VOTO: 7

URBANI GIOVANNI e PALOMBINI DAMIANO: Ovvero: I Timon e Pumba de Meana. Beati e sereni entrano decisi a spaccare tutto. Corrono, calciano, scalciano, lisciano, segnano, quasi segnano, alzano fumo e confondono. Hakuna Matata (senza pensieri). VOTO: 13+

2 Commenti a “A(h) C(he) D(iletto)!”

  • Moreno B:

    Bene ragazzi ottimo prestazione tutti concentrati per stasera una svolta nel nostro campionato.

    P.S.
    Complimenti a chi a preparato la cena di sabato era tutto molto buono.

  • concef64:

    Sfruttiamo questa occasione che ci offre la partita di stasera per recuperare i punti “buttati” per strada.
    Ragazzi bisogna crederci e fare in modo che questa stagione diventi fantastica.
    Ai nottambuli chiedo di pensare un po’ più alla squadra e un po’ meno ai divertimenti….. solo un po’…..
    Vedrete che ne beneficeremo tutti in primavera.
    Forza A.C.D.

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