Allons enfants de la Meanì

dai nostri inviati speciali Aminadab & Co.

Ladies and gentleman, alleronesi tutti, è ufficiale: abbiamo l’inno! Piazzai, inteso come Alessandro, ha già allestito la pièce musicale in onore della nostra amata ACD Allerona. Manca ancora qualche piccolo dettaglio ma, tra poco, sulle note dell’ex boss dei Santa Pupa Revolution, al Tardiolo si canterà in coro. Sabato scorso, in occasione della cena presso la Sala Aurora, il nostro compositore, chitarra in mano, ce ne offrì un pezzetto. Io, a dir il vero, ero un po’ distratto dal bombo e dalle canzoni del trio folk Sirio-Romanino-Coco (altro che la Tiziano Band!) e non riuscii a capire bene il testo. Due giorni dopo, trovai per caso, nella giacca del cappotto, un foglietto con le parole dell’inno in questione. Ve ne anticipo una parte. Fa così:

Nasce un coro dal Tardiolo

per te che sento il battito in gola

ACD Allerona

Non sarai mai sola

A chi combatte questa battaglia

a chi indossa la maglia

a chi ancora c’ha voja

Allerona ormai è sveglia.

Non sarà la Marsigliese, ma che poesia! Che musica! Alessà, see l’Antonello Venditti de noantri! Oggi ho consumato un pasto frugale, in famiglia, e un po’ in fretta, per raggiungere Castel Viscardo alle 14.30.  Ci attende il derby del comprensorio con i cugini dell’Audax, che condividono con noi i colori sociali rossoblú (mi piaci tu!).

Per pranzo ho preparato un’ottima stracciatella, piatto invernale e ricostituente, utile a combattere lo strino. Ingredienti: tre uova, una cucchiaiata di formaggio, un po’ di pane grattugiato, un po’ di noce moscata e un litro di brodo di carne di manzo. È molto facile da preparare: si sbattono le uova, si aggiunge un po’ di sale, il formaggio e il pane grattugiato. Si aggiunge un pizzico di noce moscata. Quando il brodo (ben colato) bolle, vi si getta questa pastella; si agita con la forchetta e si fa cuocere pochi minuti. Un po’ di prosciutto del nostro amato Franco, inteso come Ferretti, e il vino della cantina di casa hanno fatto il resto. Sono pronto! Polo Nord arrivo!

È freddo e siamo imbacuccati da far paura: più che a una partita di calcio sembra di assistere a una scampagnata sul Monte Amiata: guanti, sciarpe, rigorosamente rossublú (mi piaci tu!), berretti, magliette termiche, borraccette eleganti (e nascoste) di cognac e/o grappa, voltorecchie… manca solo qualche cane san bernardo e poi siamo a posto. Prima di iniziare la cronaca sportiva, invito i lettori tutti ad osservare un minuto di silenzio, come se fossimo allo stadio, in piedi (per favore) e con la mano sul cuore, in memoria del Maestro Brera Gioânn fu Carlo, deceduto  diciotto anni fa, il 19 dicembre del 1992, in un tragico incidente automobilistico. Io, modesto fumatore di pipa, amante del calcio e della buona tavola, suo umile discepolo, vorrei ricordarlo con un pensiero sulla pipologia (intesa come arte del fumare!): “La pipa esige calma, interiore livello filosofico, sublime pacatezza dell’anima. Le sue delizie sono infinite e non tutti vi possono accedere senza adeguate risorse religiose. Bisogna conquistare anche quel fumo ormai sapiente da secoli”. Parole sante Maestro! Sono convinto che il nostro borgo, l’ACD Allerona, lo squisito cinghiale al salmì degustato sabato scorso (ma ‘sta ricetta me la date o no? Me volete fa’ spirì!) e il vino che l’accompagnò sarebbero piaciuti a Gioânn Brera. Alla di lui memoria, dedicheremo il derby!

Siamo puntualissimi, come sempre, all’appuntamento al Palazzo: si parte strombazzando. In macchina, mentre percorriamo i tornanti che si sgrovigliano in salita, alla volta di Monterubiaglio (leggerae Montrubiajo), ci assale la vena rap e, sullo spartito di Piazzai, con il gesto alla Ronaldinho (dimeniamo velocemente pollice e mignolo della mano destra), intoniamo:

Ma damo a Sirio ‘na medaja,

oggi se gioca ‘n calzamaja

no, nun ce date beveraja

famo ‘l salto de la quaja?

Chi ce dà la vettovaja?

‘l mister gnudo o ‘n vestaja?

‘l Bello quasi se travaja

pe’ la squadra manna ‘n vaja

chi nun canta allor zagaja

Giungiamo a Castel Viscardo, borgo che deve il suo nome a Guiscardo da Pietrasanta -nipote di papa Urbano IV- il quale, nel XIII secolo, iniziò la costruzione del castello.

Il paese si snoda attorno al maniero denominato Castello di Madonna, del XIV secolo (una leggenda vuole che una nobildonna, la dama bianca, che lo abitò, gironzoli tuttora, nelle notti di plenilunio, per le sue stanze). La fortezza appartenne alla famiglia Monaldeschi della Cervara, poi ai principi Spada, e attualmente ai duchi di Montevecchio. Nella chiesa parrocchiale si possono ammirare un crocifisso in avorio, donato da Luigi XIV -il Re Sole- ad un nunzio apostolico della famiglia Spada e la bandiera di una nave turca, bottino di guerra di una spedizione di un altro componente degli Spada. Castel Viscardo -udite, udite!- ebbe, durante il fascismo, un aeroporto militare di cui oggi rimangono solo poche rovine.

Il paese vanta, sin dal XVI secolo, una rimarchevole produzione di laterizi: ne sono testimonianza le numerose fornaci tuttora operanti che hanno prodotto materia prima per lavori di restauro di importanti monumenti quali il Colosseo e Piazza del Campo a Siena. Nel borgo è stato allestito un interessante Museo del Cotto (inteso come mattone!). Dicono le malelingue che i nostri dirigenti, Tiracorrendo Gianni e Stefani Alberto, noti fornaciai, siano abbastanza restii a giocare nel territorio della concorrenza diretta. E vojo vede’! Qui di fornaci, ce ne sono a bizzeffe: Bernasconi (bello il loro slogan: La bellezza ha i piedi per terra), Bartoccini, Biritognolo (che bel cognome!), Sugaroni, Palmucci, Stefano e Petronio Stefani (parenti del Bello?), Femminelli, Giuliani (nun finiscono più! ‘Sto paese è tutto ‘n forno!). Capisco perfettamente i nostri mattonai: è come se, all’inizio del film Il massacro di Fort Apache, di John Ford, il colonello Thursday e il capitano York, andassero subito a intrufolarsi in territorio nemico. Nun se po’proprio! Io, comunque, se un giorno dovessi aprire una fornace, adotterei il seguente slogan: Aminadab: cotto da sempre. Ganzo!

Al Comunale, ci attende, gioviale e sorridente, L. F., compagno di scuola e di avventure, castellese doc, nonché tifosissimo dell’Audax. Da L. F. apprendiamo che, a Castel Viscardo, il termine piazza può significare spazio in cui vengono lasciati asciugare i laterizi e che pozzo può significare luogo in cui i laterizi medesimi cuociono, e quindi forno. Ora capisco perché i tifosi avversari minacciano di infilarci in un pozzo! Comunque, mejo arrosto che affugato! Andiamo alla cronaca. Dopo l’ennesimo (ri)rinvio del match col Virgilio Maroso di Terni (comincio a credere che questa squadra porti davvero male!), previsto, in recupero, per mercoledì 15 u. s., e che, come i nostri tifosi sapranno, venne sospeso a causa del gelo presente sul terreno di gioco dei biancazzurri della Romeo Menti (l’Acd ve ne fa venti!) di Allerona Scalo (regà, al Tardiolo, anco’ nun c’emo le fare pe’ le notturne, ma tutto arrivarà), affrontiamo il derby con le assenze della sega a nastro dell’Acquaviva (oggi il randellatore solitario del comprensorio e provincia è squalificato!) e di Manganello e Panico per infortunio.

Giornata invernale. Battemo le dente e ballamo dal freddo! Altro che inno! Per riscaldarci, dedichiamo, con tanto di coreografia (balla anche il castellese L. F.), una cover di una delle canzoni più sciocche della musica leggera italiana al nostro caro Simone Magistrato. Trattasi de Il ballo di Simone di Giuliano (no ‘l fornaio) e i Notturni. La nostra versione è questa:

Simone dice che

è molto semplice

e lue queste cose le sa!

Butta in area la palla

e poe falla saltà

si fae come Simone

ta tara ta

nun poe certo sbaglià!

Dalla ma a Comodino

Lancia lungo Baldini

Gioca pe’ Papallino

Occhio ma a Palombini.

Butta in area la palla

e poe falla saltà

si fae come Simone

ta tara ta

nun poe certo sbaglià!

Mi ha colpito il cartello usato dai cugini dell’Audax per la campagna di tesseramento 2010-2011: si vede l’immagine dello Zio Sam che punta il dito verso la gente, con uno sguardo duro. Ha i capelli bianchi e la barbetta, ed è vestito con un abbigliamento che richiama gli elementi decorativi della bandiera statunitense giacché fu creato, durante la prima guerra mondiale, per il reclutamento dell’esercito americano.  Nel manifesto originale c’è scritto: I WANT YOU FOR U.S. ARMY (Voglio te per l’esercito degli Stati Uniti). I nostri rivali, invece, si sono limitati a sostituire la frase bellica per l’imperativo SOSTIENICI. Funzionerà? L’abbonamento annuale costa euro 50. Credo che il mattatore Piazzai, inteso sempre come Alessandro, potrebbe ideare un bel cartellone per la nostra futura campagna abbonamenti, con sconti comitive, e vino a gratise, per i frequentatori delle tribune del Tardiolo. Che ne dite?

Comunque, noi non abbiamo bisogno di chiamate alle armi; seguiamo i nostri beneamati fratelli in mutande su qualsiasi campo, con qualsiasi temperatura e a qualsiasi distanza. La marea alleronese (rossoblú) è impressionante: circa cinquanta persone, co’ ‘sto strino, accompagnano la squadra! Parentesi necessaria: vorremmo denunciare, dalle pagine di questo blog, lo strozzinaggio scandaloso a cui i tifosi dell’ACD Allerona vengono sottoposti: oggi si pagano 5 euro a cranio (avete letto bene! Ma do’ semo ‘n Tribuna Monte Mario!) per accedere al Comunale, senza nemmeno la possibilità di stare seduti. Sul manifesto sopraccitato, i nostri cugini dell’Audax dovrebbero scriverci: Sganciate le solde! È dall’inizio del campionato che facciamo la fortuna degli avversari e delle loro attività commerciali: nella pausa, a causa del freddo, una fiumana di tifosi si reca al bar per consumare cioccolate calde, per far rifornimento di (super)alcolici (le borraccette sono ormai vuote!) e per stare al calduccio.

Facciamo fatica persino a riconoscerci tra sciarpe, cappelli, trapunte, borse dell’acqua calda e coperte. Un nome, come sempre, su tutti: il vecchio cuore interista Sirio (complimente pel Mondiale!): nonostante gli anni e il freddo, è qui, anche quest’oggi; ha rispolverato una vecchia giacca di montone e si è sigillato ermeticamente con l’inseparabile sciarpa dell’ACD! Regà, famo subbito ‘n monumento a st’omo! Poi, come nella canzone di Gaber del bar, c’è il Gufo, pensionato ufficiale, la famiglia Cannas, big Papalla, l’ex sindaco Bellezza, e anche tanti/e ragazzi/e, ball’s boys, amici, parenti e bambini (intese come fije). In tribuna ci accompagnano anche i nostri calciatori Manganello, Pietro, inteso come Bambini, e Panico David(e).

Campo impraticabile. D’inverno, la terza categoria, dalle nostre parti, è durissima. Non si può sospendere anche questo match e siamo costretti a giocare (si fa per dire) su un rettangolo di gioco che ricorda le battaglie del rugby: fango, acqua, giocatori irriconoscibili, magliette color marrone-terra, sudore, facce truccate da marines. Le nuvole non lasciano vedere il sole e il campo viene riscaldato solo dall’entusiasmo dei nostri supporters. I nostri avversari sfoggiano un’orribile tenuta gialla; noi, come sempre, piú eleganti, sfiliamo in bianco e rossoblú che, tra poco, e grazie al fango, diventerà un pop art marroncino.

L’Audax, allenata da Bruno Cimicchi, utilizza un 4-4-2 molto simile al nostro ed è guidata dal regista Sugaroni. Sorprende, ancora una volta, la nostra formazione. Il mister Baldini è colto dalla malattia nota col nome di cambiarella: Tommy Barberio fa il terzino destro, Damiano Palombini fa il centravanti classico, Fabio Urbani e Luigi Sciulli siedono in panca. Sarà!? Di mister, come di mamma, ce n’è uno solo… Ottimo, però, il nostro centrocampo retto, come sempre, da Frullicone (un vero gladiatore), ‘l Ciolo, Riccitelli-Beccalossi e capitan Valentino. Fluidifica, invece, ‘l Principe de Ripone, assai soddisfatto per la vittoria dell’Inter ad Abu Dhabi. Linesman è, ancora una volta, il grande Moggi!

Comincia l’incontro e subito ci rendiamo conto che l’arbitraggio sarà mediocre, impreciso, e nettamente casalingo. Oltre al referee abbiamo un altro grosso problema: la dea Eupalla. Lettori! Dobbiamo scriverle una lettera! Non si può continuare così! Oggi ci ha voltato le spalle in maniera clamorosa. Che j’emo fatto? Se su questo campo avessimo vinto 5-1, non avremmo rubato niente! Le occasioni mancate da segnalare sarebbero pressocché infinite: Damiano Palombini, Papallino, Barberio e ‘l Ciolo –tanto per citarne alcuni- non riescono, in nessun modo, a perforare la porta avversaria da centimetri 0.10 dalla linea del gol! Incredibile! Una parte del merito va anche assegnata al portiere dell’Adaux, ottimo nel rispingere un numero enorme di palloni che, in condizioni normali, si sarebbero insaccati alle sue spalle. Ma chi see?  Jascin?! E poi, attenzione (!), come spesso ci accade in questo campionato, i nostri avversari tirano una sola volta in porta e passano in vantaggio: rigore commesso da Magistrato che i cugini castellesi trasformano. 1-0.

Due minuti più tardi è proprio il buon Magistrato a trovare la strada del gol dopo un’azione rocambolesca nell’area rivale: tiro (e uno!) dei nostri respinto dal portiere, nuovo tiro (e due!), respinto da un difensore rivale, un altro tiro (e tre!) e ancora una respinta da parte di un giocatore avversario, nuovo tiro (e quattro!) che respinge il portiere, ultimo tiro (se non ho contato male!) di Magistrato che butta dentro (finalmente !) la sfera. Finisce il primo tempo in parità, tra scivoloni da Oggi le comiche, rugby, pallanuoto, Giochi senza frontiere e tuffi carpiati.

Si va al bar. Nel secondo tempo i ventidue in campo accusano la fatica e lo sforzo: captain Tardiolo retrocede di alcuni metri per riprender fiato. La palla non entra nemmeno con le mani. Chi, invece, ha fiato a non finire è il buon Cinese, secondo allenatore dell’amata ACD Allerona, il quale urla nelle orecchie dei nostri, consiglia, fa da portavoce, si arrabbia, sprona, incoraggia. Ottimo! Per la cronaca segnalo le sostituzioni disposte dal nostro coach: Don Francisco De la Ripa lascia il posto al brigante de la Meana e il buon Comodino subentra a Magistrato. Segnalo il divertente battibecco, sorto sugli spalti, tra la nostra tifoseria e il guardalinee dell’Audax, un simpatico bassettino vestito tutto in rosso, al quale non andavano giù i nostri commenti sull’arbitro. Riposta corale: emo pagato 5 euro e ce sgolamo quanto ce pare! Roba da matti!

Andiamo, inesorabilmente, verso il pari. Allo scadere del secondo tempo abbiamo un’ottima occasione per cercare di passare in  vantaggio. Punizione a nostro favore: tutti all’arrembaggio nell’area rivale a inzuccare la sfera. Quando la palla vola e inizia a descrivere una dolce parabola verso la porta rivale, l’arbitro fischia la fine!!! Liti, confusione, fischi, vituperio, insulti. Finisce così. Pareggio ingiusto che ci lascia con l’amaro in bocca. Salutiamo il castellese L. F., il quale, sportivamente, riconosce la nostra superiorità. Prima di partire, un po’ stupito, ci chiede: “Ma do’ l’ete trovate tutte ‘ste tifose?”. Eh già… Ho scritto una letterina al Bambinello nella quale gli chiedo soltanto di incrementare due cose importantissime per l’ACD Allerona e per il borgo: la voglia di far bene dei nostri prodi e l’entusiasmo senza limiti dei nostri tifosi, ingredienti semplici ed essenziali per costruire un progetto di squadra-realtà sociale che, da tempo, mancava in paese. Siamo sulla strada giusta. Continuiamo così.

Siamo giunti al giro di boa. Il girone di andata è finito. Il campionato si fermerà per le feste di Natale e riprenderà il 9 gennaio 2011.

A(uguri) C(on) D(evozione) Allerona!

Ed ecco a voi le pagelle di & Co.

PATRIGNANI LUIGI: I rintocchi sonori di due traverse gli ricordano di essere in campo, vestito in maglia nera, nei panni di un portiere. E non sul divano di casa, telecomando alla mano, a godersi la “Selecao de Meana” che bombarda (senza fortuna) la formazione “Campioni del circolo Acli”. I suoi guanti erano puliti. VOTO: 6 ½

BALDINI DANIELE: “Lezione di geologia. Parte prima”. Gli studiosi insegnano che ogni catena montuosa ha le sue cime. E lui è un rilievo: prominente e impervio. Gli avversari sono tutti troppo piccoli. Li gela. VOTO: 7

PALOMBINI MATTEO: “Lezione di geologia. Parte seconda”. Il rischio eruzione del vulcano è impossibile da valutare; esso è talmente incandescente che, presto o tardi, potrebbe incenerire tutto. E’ lui, O Vesuvio ncopp all’ACD. Rassicurante come l’ombra di Norman Bates mentre ci si insapona. Quiete profonda e poi, colpi a non finire. Chi vive alle di lui pendici è assiduo consumatore di Valium. Noi pure. VOTO: 7-

MAGISTRATO SIMONE: E’ proprio il caso di dire: ha chiuso l’anno in pareggio. Per strappare un punticino c’è stato bisogno del suo piede che torna a coprirsi di gloria dopo il precedente atterraggio da rigore. Chi rompe paga. VOTO: 7-

TOMMASO BARBERIO: Ce lo vedreste uno con i piedi di Mazzola ad essere costretto a giocare con una scarpa troppo stretta ed un’unghia incarnita? Sopporta a denti stretti. Addirittura riesce, da laggiù, ad affondare due volte creando altrettante occasioni. Sprecato. VOTO: 7

URBANI FABIO: Entrare a mezz’ora dalla fine e lottare nel fango tentando di non prendere cazzotti ma di darli, non era facile per nessuno. Non lo è stato per lui che, in ogni caso, ce l’ha messa tutta. Maciste. VOTO: 6+

RICCITELLI ANDREA: Nei calci piazzati è una delle prime scelte della squadra. Ma il campo di Castello non è quello di Pro Evolution e, spingendo la levetta caricata a metà della potenza, non sempre esce un tiro spettacolare che gonfia la rete. Per la disperazione di Altafini. “Che ingreddibbile sfortunazza!” VOTO: 6 ½

BATTISTI RAFFAELE: Per dirla alla Mourinho: “Visto l’arbitraggio, non avrei pagato un euro per questo match”. E invece, cinque ne è valsi lui: l’epica e la rabbia. Corre a ripetizione, lotta, si imbufalisce ad ogni passaggio sbagliato. Non c’è un centimetro di campo che non abbia battuto. Inchinarsi, prego. VOTO: 7+

TARDIOLO VALENTINO: Mezzo voto in più perché oggi, nel primo tempo, in diverse occasioni ha il merito di ricordare agli avversari come si gioca a pallone. Devono ancora prendergli le misure. VOTO: 7+

URBANI DIEGO: Diciamolo: il sogno inconfessabile di ogni tifoso è vederlo esultare dopo un gol, il primo. Avrebbe potuto farlo oggi, se non fosse che, al freddo e al gelo, non se l’è sentita di tradire all’ultimo l’ospitalità offertagli dal vicino di casa. A noi, comuni mortali, offre un ulteriore insegnamento: “Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te”. Pastore. VOTO: 7+

PALOMBINI DAMIANO: L’ACD continua a fare l’harakiri in trasferta. Lui ci mette il carico gettando alle ortiche due palle buonissime. Corre, però e bene. Parte all’uomo e si libera. Tempo al tempo. VOTO: 7

BALDINI FRANCESCO: Caro Babbo Natale, quando passi per il Ripone, oltre al panettone farcito per Papy, lascia pure una dentiera sorridente a Piccolo Boll. Non è tranquillo, sembra che soffra il campo. E noi con lui. Speriamo che azioni così, che cavalca sul fondo e indirizza palloni d’oro con la smania che lo contraddistingue, le stia tenendo in serbo per il 2011. Anno nuovo, vita nuova. VOTO: 6 ½

SCIULLI LUIGI: Essere un trascinatore, su un campo che è un macigno, è impresa ardua. Entra con il piede giusto. Poco dopo però, l’arbitro gli ricorda che è il momento sbagliato. Giallo. VOTO: 6+

7 Commenti a “Allons enfants de la Meanì”

  • David Panico:

    Peccato per i 2 punti persi… è stata veramente una partita assurda, che dovevamo vincere con 4-5 gol di scarto.
    La sfiga ultimamente viaggia a braccetto con noi, ma non resta che prendercela con noi stessi… abbiamo divorato veramente troppi gol, resta comunque l’ottima prestazione.

    Un augurio di buone feste a tutti !!!

  • anna la barista di allerona:

    Peccato nn essere stata li a tifare la mia A.C.D. Caro Aminabad,la ricetta del salmì nn ho tempo x scrivertela appena posso te la elenco.Dai te la dico:mettere in una padella antiaderente il cinghiale,vino bianco e sale grosso,appena fà un pò di brodo lo scoli,così gli togli il sapore di selvatico.In un altra pentola prepari:aglio,parecchia cipolla,sedano,carote,salvia,alici sotto sale,capperi,mele sbucciate,una buccetta di limone da togliere alla fine della cottura,un rametto di smarrino,fai soffriggere,aggiungi la carne,vino sale aceto.Quando il tutto è cotto,frulli tutte le verdure tranne il limone,aggiungi le olive e amalgami tutto con la carne. Fammi sapere appena la provi.

  • brigante della meana:

    tanti auguri di buon natale e felice anno nuovo caro aminabad sperando che il 2011 ci porti tante vittorie e tanti gol…

  • Aminadab & Co.:

    Caro brigante de la Meana,
    attendiamo ‘l Bambinello per vedere se ci porterà un sacco stracolmo di gol e di vittorie. Ti facciamo i nostri migliori auguri di buone feste.

  • Moreno B:

    Un sincero augurio di buone feste a tutti i dirigenti ,giocatori e tifosi dell’ A(ancora) C(con) D(devozione) sperando di non mollare troppo per queste feste e di essere pronti per quando si ricomincerà a fare per davvero.
    Buon Natale e buon Anno a tutti.

  • Aminadab & Co.:

    caro Baldini, inteso come Moreno, ti facciamo i nostri migliori auguri per un magnifico 2011 pieno di vittorie.
    Tanti auguri.
    Con affetto

  • Aminadab & Co.:

    Anna, l’ho cucinato! E’ squisito! Mamma mia che bontà! Grazie e buone feste!

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