La nevicata del 2012
di Sonia Catana Volpini
Silenziosa nella sera di bufera, imbiancata da una coltre spessa e gelata come una vecchia regina avvolta in un superbo manto, Allerona si riflette nel fondo della valle di cristallo, azzurrognola come specchio gelato. Fendono l’aria, bassi e affamati, i pochi uccelli scarniti che un cielo compatto e striato di grigio rimulina, poi, nel vortice impietoso del vento,in un battere d’ore plumbeo come una scansione di morte. Si ferma il commento sulle labbra rapprese dal freddo e ogni saluto si schiaccia contro la parete di ghiaccio dell’aria. La sera poi scende ad imbrunire quel bianco, penetrandolo dell’atmosfera dei sogni. La monotonia della pietra si lascia disfare in mille vortici di fiocchi che scendono ancora, assonnati e come distratti da quel fiore misterioso delle tenebre che abita il cielo. Un fascino doloroso e impregnato di una vaga apprensione ricade lungo i vetri delle finestre serrate. Impercettibile sibila un richiamo nel vento. Un richiamo d’aiuto…a comparire nel drammatico ingaggio di pale, che affettano la neve, allontanandola in blocchi ai margini dei vicoli, come manicotti d’ermellino smisuratamente allungati. E davanti all’invincibile ostinazione del tempo la vecchia campana scandisce un rintocco insperato. Domani, nel volgere dell’umore del giorno, chissà…e nelle buie anticamere delle vecchie case riaffiorano le agognate speranze.
Foto di Massimo Gilbini