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Da un canto della via si ridesta fragorosa nell’addobbo Allerona barocca e ricopre di colore lo sbiadito delle pietre e le dolenti labbra schiumate del tramonto. Si apre, odorosa di festa, all’esile luna aggrappata alla tenerezza incupita d’azzurro della prima sera e, con la sgargiante sua veste, ammalia la silente presenza dell’anno che viene.
Il riflesso di Allerona nella piattaforma della sera è un qualcosa di troppo esile perché possa addolcire col suo incanto il rigore della notte invernale. Eppure è una frontiera che nella nostra infanzia ci proteggeva in una pace separata col tempo e con il mondo. E il Natale, sottratto alla sua apparente frivolezza, ci giungeva dallo spazio lontano dell’orizzonte, teneramente insaporito di caffellatte mattutino.