Archivi per la categoria ‘heimat 2001/2’

Il Comitato per la Bellezza: “Un Paese spaesato”

di Daniele Di Loreto

Il 26 luglio scorso, a Milano, è stato presentato un Rapporto dal titolo “Un Paese spaesato”, redatto dal Comitato per la Bellezza e pubblicam dal Touring Club haliano tra i suoi Libri Bianchi. Il “Comitato per la Bellezza” è nato nel 1997 con un appello sortoscritto da oltre cento esponenti della cultura italiana e con l’impegno arrivo nella tutela dei beni culturali, paesistici e ambientali attraverso la realizzazione di specifiche iniziative di denuncia e di sensibilizzazione in collaborazione anche con enti pubblici e privati, associazioni e fondazioni.
Il recente Rapporto rappresenta un’attenta analisi su quella sorta di disagio ambientale che ci assale inconsapevolmente quando ci troviamo nei centri troppo affollati, sulle spiagge formicolanti, nelle periferie disadorne: è il disagio di chi è “spaesato” perché si è rotto l’equilibrio tra l’uomo e lo scenario che lo circonda. Va ricercato un equilibrio – si sostiene nel Rapporto – tra i suoi abitanti ed il territorio che essi abitano ed è un imperalÌvo che non è dettato soltanto da ragioni estetiche, ma da esigenze vitali e da convenienze economiche, da valorizzare e perpetuare nel tempo. La bellezza, infatti, non è soltanto un valore estetico, è anche un valore sociale, politico e, indirettamente, economico. Nella bellezza si vive meglio, si è più sereni ed equilibrati che non in un ambiente bruno e degradato. “L’Italia è casa tua: tienila bene” è lo slogan di una campagna del Touring di qualche anno fa. L’Italia, una casa dove il desiderio di tutti è di starci bene; Allerona, un eccellente luogo per vivere, avevo osato dire un paio d’anni fa ipotizzando una significativa trasformazione del nostro territorio. Un gruppo di specialisti di varie discipline, riunitisi nel Comitato per la Bellezza, ha fotografato l’Italia e ha tentato un consuntivo: degli errori, dei problemi, delle cause, ma anche degli opponuni rimedi; una diagnosi realistica che stimoli ad intervenire.
Quando è cominciata a sorgere l’indifferenza verso il patrimonio comune, che è stato abbandonam al degrado, e si è materializzata l’insensibilità progenuale verso il bisogno d’appartenenza alla comunità, sono nati pregiudizi localistici, che hanno accentuam lo sconno proprio tra gli appartenenti alla stessa comunità. L’Italia – sostengono gli esperti – appare immersa in una vera e propria crisi di spaesamento, di modelli di riferimento, di imbarbarimento, un’autentica involuzione culturale, la quale fa crescere un Paese anonimo, cementizio, di profilo per lo più mediocre. Antonio Tabucchi afferma che “il paesaggio italiano lo abbiamo fano noi; in parte c’è stato regalato dalla natura, comunque è uno dei più lavorati del mondo. E ci siamo abituati alla bellezza, ma siamo meno abituati alla bruttezza che si sta insinuando nel nostro paesaggio” .
Purtroppo, infatti, la sensazione è che la conservazione del paesaggio, durata tanti secoli, è stata più il portato della povertà, dell’immobilismo economico, della mancanza di capitali che non di una cultura consapevole e ampiamente condivisa. E’ bastato un primo benessere diffuso per provocare, a raffica, ferite e manomissioni, con l’occupazione tumultuosa di coste e riviere, con un uso dei materiali che contribuivano a creare un ambiente fra i più scriteriati, i meno razionali e pianificati che potessero esistere, sovente improntati all’abuso e all’illegalità. Da qui la bruttezza, che si insinua e si diffonde. Emilio Sereni, un nome straordinario nella storia del Partito Comunista Italiano, un uomo di assoluta coerenza e di altissima coscienza morale, nei suoi fondamentali scritti sul paesaggio agrario affermava il senso del bello: il contadino toscano – scriveva Sereni – aveva come dentro di sé l’idea di bellezza espressa da Benozzo Gozzoli o nel Ninfale fiesolano di Giovanni Boccaccio.La bruttezza avanzerà, inesorabile, e con essa altri dissesti rovinosi per tutti: in primo luogo per le attività, come il turismo, che dal paesaggio e dai beni culturali e ambientali ben curati traggono forza. Il “Paese spaesato” è un organismo complesso – ci dice il Rapporto del Touring – fragile, indebolito, insomma stressato, per curare e mantenere il quale è indispensabile un forte, consapevole, diffuso spessore culturale. Per godere della bellezza di un paesaggio abbiamo bisogno di coglierne l’identità estetica come “carattere che inerisce al luogo e lo individua come quel particolare luogo”, sostiene Paolo D’Angelo in “Estetica della natura. Bellezza naturale, paesaggio, arte ambientale”, recentemente pubblicata da Laterza, ove l’amore mostra i punti di emersione e quelli di arretramento del bello naturale. Il prof. D’Angelo, docente di Esteica all’Università di Roma, nel suo libro fa appello alla competenza dell’estetologo, dello storico dell’arte, dell’architetto del paesaggio, affinché si parli fondatamente e seriamente del valore estetico del paesaggio e si dia spazio a conseguenti politiche attive. Anch’io faccio un appello e mi rivolgo agli amministratori comunali, provinciali, regionali della nostra terra, ai Presidenti di Comunità Montane, GAL, consorzi, unioni, Pro-Loco, associazioni e organizzazioni che operano sul territorio, a quanti insomma sono nella condizione di poter incidere in qualche maniera sullo sviluppo dei nostri piccoli paesi, affinché la bellezza superstite sia amata e difesa e si avvii una nuova strategia che chiuda definitivamente con il passato, fatto di sfregi, di mano missioni, di saccheggi, e si attui una politica di progettazione seria e lungimirante che vada incontro agli eventi e alle necessità con la presunzione di volerli gestire e non con la rassegnazione di doverli subire.

Orvietonews ed Heimat, una community di 1000 anni

di Claudio Lattanzi

Sono ormai diversi mesi che il sito internet di Orvieto www.orvietonews.it ospita una sezione dedicata alla rivista Heimat. Un binomio nato all’insegna dell’informazione e dell’approfondimento dei temi locali ma non solo.  Al tempo stesso una convergenza inevitabile per coloro che vogliono rendere sempre più ampio il varco di conoscenza e comprensione dei fatti che accadono vicino, vicinissimo a noi. Le motivazioni che ispirano Orvietonews e Heimat sono, in effetti, molto simili e ruotano intorno ad uno dei concetti più in voga nell’orgia continua di termini anglosassoni che bombardano ogni navigatore di internet. E’ il concetto di community. I creatori e gestori di siti internet sono ossessionati dalla esigenza di creare una “comunità virtuale”; cioè un gruppo il più ampio possibile di persone che hanno in comune gli stessi interessi da coltivare rigorosamente on line. Solo in questa maniera si riesce a fidelizzare il navigatore, coinvolgendolo in una azione di marketing informatico che trae alimento dalla condivisione di stili di vita, passioni per la pesca sportiva piuttosto che per il greco antico o qualunque altra forma di attività che accenda la lampadina dell’interesse umano. Questa è la community; eccezionale moltiplicatore tecnologico dell’esigenza immortale di confrontarsi, capire, aggiornarsi. Per noi che abbiamo dato vita ad un giornale telematico, il problema si pone in termini molto meno drastici. La nostra community di riferimento esiste, infatti, da oltre mille anni ed è costituita dalla comunità locale vera e propria; una realtà che non deve essere creata in maniera artificiale, ma alla quale si deve solamente dare spazio anche ricorrendo alle forme di comunicazione più avanzate e semplici da usare quale appunto internet. Da questo punto di vista, la decisione di accogliere dentro Orvietonews anche Heimat è quasi scontata. Una rivista che cerca di riannodare i fili del nostro passato e riscoprire le proprie radici per progettare il futuro di questa comunità, rappresenta infatti un arricchimento e la possibilità di riflettere in maniera critica nel contesto di un giornale da consultare in maniera veloce, ma possibilmente non banale. Lo sforzo fatto dai redattori di Heimat per confezionare il loro ottimo prodotto viene così apprezzato da un pubblico anche più vasto e con le caratteristiche tipiche di internet, cioè giovane, tanto da auspicare la presenza on line anche di altre realtà orvietane, non limitate solamente al mondo dell’informazione. La community nella quale viviamo può crescere molto anche grazie ad una maggiore proiezione e visibilità all’esterno, soprattutto attraverso internet, il mezzo oggi più efficace e meno costoso. Quello appena avviato è un percorso originale ed innovativo. Una stimolante opportunità che non tutte le altre comminity locali si sono ancora attrezzate per mettere in campo. Un vantaggio da sfruttare al meglio con intelligenza e creatività.

L’autore è il Direttore di Orvietonews

Addio, dolce svegliare alla mattina!

Addio, sognante vita ..

Addio, rabuffi e gelosie!

Addio, sospetti! … Baci. Pungenti amarezze!

i più letti
  • Non ci sono articoli
Follow alleronaheimat on Twitter

arsi

villalba

____________________________________
aprile 2024
lun mar mer gio ven sab dom
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930EC
AlleronaHeimatWebRadio


Pagina 5 di 512345