Archivi per la categoria ‘heimat 2001/1’

Recensioni

di Roberta Ascarelli

A volte i libri ci colgono di sorpresa, come fossero uno specchio che ingrandisce e deforma l’immagine più cara di noi stessi, tradendo segreti o amplificando idee custodite con cura. E’ il caso di una raccolta di saggi dal titolo particolarmente evocativo, Heimat, pubblicato di recente da Donzelli a cura di Antonio Pasinato (390 pagine, 45.000 lire) in cui si riflette, uguale e diverso, anche il titolo di questa rivista. Uguale, perché comune è l’idea di fondo: la riscoperta delle identità regionali e la rivalutazione di un attaccamento alla terra natale che, libero da ideologia, lontano da forme più o meno larvate di intolleranza, si inserisca nel tessuto poroso della identità di coloro che abitano società ed economie complesse. “E’ oggi osservazione comune – scrive Pasinato nella introduzione – che quelle trasformazioni vadano ad incidere sulle identità con cui l’individuo nelle odierne società complesse è chiamato a operare”. Si tratterà quindi, più che di realtà geografico-amministrative, di un Lebenswelt, avrebbe detto Dahrendorf, un mondo di esperienze di vita in cui appare centrale la valorizzazione comunitaria, il coinvolgimento e la partecipazione personali, la definizione di forme coerenti di espressione e di organizzazione economica.
Familiare anche la prospettiva del volume che si propone di individuare le nuove articolazioni di questo concetto, “ora che – scrive ancora Pasinato – l’identità regionale sta ovunque conquistando terreno rispetto a quella nazionale, e annuncia la possibilità di plasmare una realtà circoscritta secondo esigenze e criteri rispondenti alla civiltà del luogo e alla vocazione della sua popolazione”. Saperi specialistici che si integrano e che dalla indagine microsociologica approdano alla definizione di “identità regionale”, riflessioni su ciò che sorregge le realtà locali, indagine sui miti e sull’arte che nella Heimat affondano le radici sono al centro di numerosi interventi dedicati ai vari aspetti della realtà locale o regionale: temi economici, storici, sociali, ma soprattutto sono indagati i settori delle lingue e delle arti – la letteratura, il cinema, la pittura, l’architettura – in quanto “componenti tradizionalmente importanti del sistema simbolico in cui si radicano quelle identità”. ….Continua »

Piccoli suggerimenti tuttora inascoltati

di Giorgio Albani

L’esperienza di Heimat è nata in modo spontaneo e disinteressato attorno ad un’idea: costruire un “laboratorio” di pensieri e progetti per restituire dignità e futuro al paese di Allerona.
Molte persone, di orientamenti anche piuttosto diversi, si sono sentite unite da questo concetto che porta con sé gli alti elementi di un positivo coinvolgimento, tutti autenticamente appaganti sul piano della percezione emozionale. Contiene il desiderio di una battaglia condotta per un giusto fine nonché il piacere di percepire una ritrovata appartenenza che superi gli egoismi di fazione, elementi questi necessari e fortemente motivanti per ridisegnare insieme un futuro del senso paese che sino a ieri appariva sfavorevole. C’è, inoltre, in tutto ciò, anche il senso ritrovato delle radici che, dopo la stagione delle idee che avevano diviso, ne alimenta finalmente una fortissima (e ci voleva proprio) per unificare. Tanto più che le radici, per impietosa legge di natura, diventano sensibilmente più forti e sentite quanto più, nostro malgrado, si va estinguendo la generazione che ci ha preceduto. Nel conflitto necessario della rivolta tardo-adolescenziale c’è sempre il motivo portante di un ribelle rifiuto di tutto e, non ultimo, la necessità di disconoscere le proprie radici, magari per abbracciarne altre, in odor di esotismo, che non ci appartengono. Tutto funziona alla perfezione finché l’insicurezza e l’angoscia che maturano in conseguenza di una perdita (per l’appunto l’inarrestabile incedere del ricambio generazionale) tornano a farle risco-prire e questa volta in modo più autentico e sentito, ritrovando i luoghi e i valori della memoria e le tracce del proprio vissuto.
Arriva il mo-mento in cui si deve tornare a dare un nome noto alle cose, riscoprendo le parole di vie, luoghi e strade che accompa-gnavano la nostra infanzia, eredità generosa di chi ci ha preceduto. Questi nomi rievocano sapori, odori e ricordi con la stessa intensità con cui solo una lingua madre può parlare all’interiore. Siamo grati, sinceramente, a Claudio Urbani per aver eseguito un accurato lavoro di recupero su questo angolo visuale della memoria. Siamo anche convinti che sia giunto il momento di investire una fetta della propria vita per difendere i valori espropriati e deteriorati dal tempo e fors’anche dall’incapacità degli uomini consci che, in questo modo, superata la paura della solitudine (demone sempre in agguato nell’animo umano), si può tornare a percepire insieme e con forza, magari cominciando da un piccolo gruppo, l’entusiasmo di una ricostruzione preziosa ed intelligente. Sulla base di queste premesse il gruppo di Heimat ha condotto, in questi mesi, la propria parte per dimostrare che esistono soluzioni possibili e praticabili per reinventare il futuro del paese. ….Continua »

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