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Ritratto di Luigi Bellafronte, poeta estemporaneo Alleronese

di Aldo Lo Presti

Allo stesso modo di Bonnard, eroe eponimo del celebre romanzo di Anatole France, Il delitto dell’Accademico Silvestro Bonnard, anche noi pensiamo che sfogliare i cataloghi delle librerie antiquarie rappresenti una delle pochissime, vere, attrattive della vita. E chissà cosa avrebbe potuto scrivere al riguardo dei cataloghi in formato elettronico il celebre bibliofilo francese se fosse vissuto così a lungo tanto da poterli frequentare. Per quel che ci riguarda, interrogandone uno tra i più utilizzati ed ormai autorevoli, ci siamo imbattuti in un libretto affascinante per le prospettive che avrebbe potuto regalare e che, in effetti, ha poi generosamente offerto. Si tratta di un volumetto in 16° di 31 pagine (ed una tav. fuori testo raffigurante Luigi Bellafronte) pubblicato sotto i torchi della Stamperia Filantropica di Napoli nel 1840, ad un anno esatto dalla scomparsa del Nostro, intitolato Alla memoria di Luigi Bellafronte da Orvieto, poeta estemporaneo del dì 19 ottobre 1840. L’amicizia queste poche carte sacrava. La tavola litografica citata raffigura il verseggiatore Alleronese con la lira fra le mani, ed è seguita da alcune odi e sonetti a lui dedicati composti da autori diversi. Interrogando nuovamente il web, è stato possibile, grazie al mai troppo lodato motore di ricerca google, ritrovare (nel primo caso) e scoprire (nel secondo) due fonti che si sono rivelate utilissime per abbozzare un ritratto biografico (ed in parte bibliografico) dedicato a Luigi Bellafronte. In primo luogo, tramite google books, abbiamo potuto rileggere con più attenzione il ben altrimenti noto Ritratti poetici con note biografiche di alcuni illustri uomini di Orvieto, stampato in Orvieto nel 1841 presso la bottega tipografica di Sperandio Pompei, tra i quali Ritratti quello relativo a Luigi Bellafronte e che si deve alla penna di Italo Trasimaco, nom de plume dietro al quale si nascose, molto probabilmente, lo stesso Pompei:

Nei primi del secolo che corre venne alla vita in Allerona piccolo castello dell’Orvietano Luigi Bellafronte di pronto e vivace ingegno. Negli studj giovanili che fece al seminario di Orvieto spiegò i talenti dei quali era dotato, e tra i condiscepoli avanzò ogni altro. L’ingegno suo animato dal sacro fuoco della poesia sdegnò ogni severa applicazione, e secondando se medesimo si produsse nella vicina Umbria a cantar versi estemporanei, e poi in altre città della Marca dove riscosse lodi e incoraggiamento dai colti che rapiva co’ i suoi dettati. Il suo nome era già portato dalla fama in lontane contrade in cui nasceva il desiderio di udire l’improvvisatore; e Napoli e le prime Città di quel Regno ne furono allegrate. Piacquero i suoi improvvisi [ch’ebbero in qualche caso l’onore della subitanea trascrizione, ndr], e a Napoli, e a Benevento si fecero di pubblico diritto e letti ti sembran fatti con la lima e lo studio. Tanto valse nell’arte divina del poetare. Nel 1837 [sic] mancò ai vivi in Bari dove condusse moglie ed ebbe onorevole impiego. (1) ….Continua »

Antichi fatti locali di cronaca giudiziaria

di Claudio Urbani

Il registro che viene esaminato in questo scritto riporta le cause intentate davanti al vice Podestà di Allerona nel 1594 e nel 1595 con le procedure previste dallo Statuto del castello di Allerona del 1585, e nel rispetto di altre norme in vigore nel periodo di svolgimento delle controversie trattate.

Alla fine del Millecinquecento il castello di Allerona faceva parte del Patrimonio di San Pietro, era una comunità sottoposta all’organizzazione politica dello Stato della Chiesa.

Lo Statuto, ossia la legge municipale, disciplinava l’ordinamento affidando la guida del Comune al Podestà. Bisogna subito chiarire che la massima autorità del comune era il “Dominus”, a quell’epoca il Gonfaloniere di Orvieto, a cui erano soggetti tutti i castelli dintorno. Questo ufficialmente, perché in realtà egli si occupava ben poco dell’amministrazione del Comune: una volta che aveva ricevuto la parte che gli spettava delle varie ammende, lasciava che altri lavorassero per lui. Resta ora da vedere questi “altri” chi erano.

Lo statuto del 1585 è stato adottato in sostituzione di altri precedenti, in vigore nel 1300 e nel 1400, dove naturale sostituto del Signore era il Visconte (Vicecomes), in pratica era quest’ultimo il vero “amministratore” del Comune.

Ci fu quindi un lungo processo che portò alla concentrazione delle responsabilità dalle mani del Visconte in quelle del Podestà. Comunque di una sola persona (1).

Nel prendere in esame questa figura, dobbiamo ricordare innanzitutto che per essere eleggibili alla carica di Podestà di Allerona, da cui erano esclusi i cittadini alleronesi (Libro I, Cap. XIII), era necessaria un’età matura, preferibilmente intorno ai trent’anni, e l’appartenenza ad una casta sociale elevata, non aver occupato, anche da parte di propri parenti, cariche pubbliche in questo Comune nell’anno precedente.

Il Podestà aveva potere esecutivo, giudiziario e militare; amministrava la giustizia, le finanze pubbliche, comandava l’esercito e giudicava in materia civile e penale. Veniva eletto dal Gonfaloniere, dal Governatore, dai Conservatori della pace di Orvieto e da altri cittadini a ciò deputati, estraendolo a sorte dal bossolo. ….Continua »

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